Un manifestante fa irruzione sul palco e lancia glitter sul leader del partito laburista, Keir Starmer (Christopher Furlong/Getty Images) 

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Starmer coperto di glitter ridisegna il Labour che restituirà il futuro agli inglesi

Cristina Marconi

Il leader dei laburisti inglesi non vuole il voto di protesta o dei contro: l'obiettivo del nuovo Labour è quella di "avere un passo leggero sulla vita delle persone" e lo dimostra la reazione di Starmer a una profovazione di un attivista per il clima

Un guaritore, deciso a restituire al Regno Unito il suo futuro. Così si è mostrato Keir Starmer, coperto del glitter color smeraldo lanciato a sorpresa da un militante ambientalista, che a conti fatti gli ha quasi fatto un favore, permettendogli di mostrare compostezza e rapidità di reazione. “La democrazia ha bisogno di un aggiornamento!”, ha urlato il giovane, portato via dalla sicurezza e poi arrestato mentre il leader laburista si toglieva la giacca, si dava una spolverata e rispondeva che è proprio per eliminare la dicotomia tra potere e protesta che aveva cambiato il partito. E non aveva che da indicare la platea, unita, ottimista, entusiasta per dimostrare le sue capacità di cura: il partito era a pezzi e l’ha sanato, “estirpando l’antisemitismo dalla radice” - parole seguite da uno dei tanti applausi in piedi - e lo stesso intende fare con il paese, a cui a furia di parlare di un concetto vago e magniloquente di potere è stato tolto il futuro.

  

  

Starmer si è rivolto alla sua “conference” con qualcosa del predicatore e con molto del politico saggio che non ha avuto paura di farsi sottovalutare a lungo per arrivare a poter dire con decisione: si riparte a tutta birra, perché solo con un’economia forte, con la gente messa in condizione di lavorare e di contribuire alla collettività, si possono mantenere i servizi pubblici e tornare a far muovere l’ascensore sociale. Una visione in cui le tasse, che non si possono tagliare perché la stabilità finanziaria è sacrosanta, vanno a volte lette come fossero un crowdfunding, un modo per ottenere quello che il paese vuole, ossia una NHS funzionante ma anche rinnovata grazie alla tecnologia e a una maggiore enfasi sulla prevenzione e le diagnosi precoci. Tredici anni di “circo” Tory ed ecco un paese che si interroga sul proprio declino, mentre Starmer e la sua squadra, in cui brilla la nuova Iron Lady cancelliera Rachel Reeves (l’ha detto lo Spectator), puntano a un decennio di rinnovamento, di investimenti verdi in grado di creare posti di lavoro e di ridare al paese la sua credibilità internazionale. 

Non vuole il voto contro i conservatori, il voto degli stanchi, il voto di protesta, Starmer: vuole essere scelto, vuole che il Labour sia un “partito al servizio” della gente, istituzionale, cristallino nelle sue posizioni. "Condanno fermamente l’uccisione efferata" di civili israeliani da parte dei "terroristi di Hamas" e anche se "il partito crede nella soluzione dei due stati, questi attacchi non servono ad aiutare i palestinesi e Israele ha il diritto di difendersi". La moglie Victoria, splendida sessantenne in un abito rosso, non ha avuto bisogno di salire sul palco per dare un tono umano al marito, che da solo riesce benissimo a emanare tutto il carisma necessario per piacere a una platea in cui convivono la working class a cui Starmer appartiene per nascita e la middle class terrorizzata dall’era Corbyn. La missione del nuovo Labour è quella di "avere un passo leggero sulla vita delle persone", di cui non deve regolamentare tutto ma a cui deve andare incontro per permettere loro di realizzarsi, perché le aspirazioni nel mondo di Starmer esistono, all’università bisogna cercare di andarci, tutti vogliono una casa da comprare e per questo verranno costruite nuove zone residenziali e un milione e mezzo di nuove case. Posti di lavoro, stabilità, investimenti, fine del regime di tassazione straordinaria per i miliardari non domiciliati: sulle singole politiche non sono stati dati dettagli, ma il discorso di ieri serviva più a far immaginare un paese possibile. E per mostrare delle qualità, quelle del guaritore e della sua squadra, mentre il primo paziente, il partito stesso, dava gran segni di vita. 

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