La strage di Kostiantynivka

A cadere sul mercato è stato un missile ucraino. Kyiv vorrebbe rottamare la contraerea sovietica

Cecilia Sala

Il vecchio sistema di Kyiv sbaglia, e può uccidere. Per questo gli ucraini chiedono quello occidentale per difendere il proprio territorio

Il missile che il 6 settembre ha colpito un mercato all’aperto a Kostiantynivka, nell’est dell’Ucraina, e ha ucciso quindici persone molto probabilmente non era russo, era ucraino. Il giorno della strage, il presidente Volodymyr Zelensky aveva parlato di “un attacco terroristico di Mosca”, e la stampa internazionale aveva riportato la notizia scrivendo che erano stati i russi a colpire Kostiantynivka, perché sono i russi a sparare missili contro le città e i villaggi sotto il controllo di Kyiv. Il 6 settembre, invece, a causare il disastro era stato un errore dei vecchi sistemi della contraerea sovietica. Un missile sparato da Kyiv per proteggersi aveva mancato il bersaglio ed era andato a schiantarsi sul mercato. Gli ucraini utilizzano ancora la contraerea sovietica, che fa molti errori, perché non hanno ricevuto sistemi occidentali e moderni sufficienti a proteggere tutto il proprio territorio. 

I sistemi di contraerea occidentale hanno una probabilità di successo vicina al cento per cento e sono congegnati per polverizzare il bersaglio in volo, in modo che ciò che arriva a terra non siano dei frammenti troppo grossi, ciò delle bombe comunque temibili. I buk sovietici invece sbagliano spesso e quando i loro missili cadono a terra – spezzati, non polverizzati – se piombano su un’area abitata sono molto pericolosi. 
Anche il missile che  a novembre del 2022 cadde a Przedwodow,  in Polonia, facendo due vittime, era un S-300 ucraino. Il presidente Zelensky all’epoca aveva insistito sulla paternità russa dell’attacco, ma era stato lo stesso Joe Biden – dopo un’analisi tecnica del Pentagono (che ha  gli strumenti per monitorare oggetti in volo ai confini della Nato) – a definire “improbabile” la ricostruzione di Kyiv. Non era la prima volta neanche quella,  durante un bombardamento  su  Odessa un S-300 molto probabilmente sparato da Kyiv aveva colpito un palazzo.

Dopo la strage a Kostiantynivka il 6 settembre, erano cominciate a comparire online, su Telegram e su Twitter, alcune analisi indipendenti secondo cui la traiettoria del missile che aveva distrutto il mercato era compatibile con un punto di lancio dentro il territorio controllato da Kyiv, e non in quello occupato da Mosca. In un video della scena, poco prima dell’impatto, alcuni passanti aveva girato lo sguardo in direzione del territorio sotto controllo ucraino, probabilmente perché è da lì che proveniva il sibilo del grosso proiettile che li aveva appena spaventati.  

Ieri il New York Times ha pubblicato le conclusioni di un’analisi tecnica – ottenuta mettendo a confronto i  filmati, le immagini satellitari, i frammenti del missile, le testimonianze, i post su Telegram e su Twitter – e ha scritto che “suggerisce fortemente” che a colpire il mercato sia stato un missile ucraino sparato con il sistema di contraerea sovietico Buk. Poi il New York Times prosegue, e scrive: “Durante l’invasione dell’Ucraina, la Russia ha ripetutamente e sistematicamente attaccato i civili e colpito scuole, mercati e residenze come tattica deliberata per instillare la paura nella popolazione. A Kostiantynivka, in aprile, i russi hanno bombardato le case e una scuola materna”.

Nei giorni precedente e in quelli successivi al 6 settembre, Kostiantynivka era sotto attacco russo. Non sappiamo dove sarebbero arrivati e quante persone  avrebbero ucciso i missili russi se fossero rimasti incontrastati: per questo non si può chiedere a Kyiv di non provare a difendersi da quegli attacchi, ma la si può dotare di più sistemi di contraerea moderni e occidentali che riducono molto la possibilità di altre stragi simili.

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