Nato

Da vilnius

Zelensky e Stoltenberg trovano i punti in comune in conferenza stampa

Micol Flammini

Il presidente ucraino dice che l'invito a entrare nell'Alleanza avrebbe dato forza a Kyiv e sarebbe stato un segnale per Mosca, il segretario della Nato spiega che la strada per l'ingresso si è fatta più breve. Prima le facce scure, poi una risata

Vilnius, dalla nostra inviata. E’ stato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ad aprire la conferenza stampa con Volodymyr Zelensky prima dell’inizio del Consiglio Nato-Ucraina.  “Caro Volodymyr – ha detto Stoltenberg – quando Putin ha invaso l'Ucraina ha sottostimato il coraggio del popolo ucraino e la determinazione della leadership ucraina, ma anche l'unità della Nato. Il summit di Vilnius marca l'inizio di una nuova relazione con l'Ucraina. L'Ucraina è vicina alla Nato come mai prima d'ora". Zelensky era arrivato questa mattina al Litexpo di Vilnius, dove si tiene il summit, con il volto serio, accigliato, pronto a spiegare ai leader che lo attendevano i motivi della sua delusione. Anche durante la conferenza sembrava stringere i denti e contenere il nervosismo, mentre ascoltava le parola di Stoltenberg, che non erano soltanto di rassicurazione, ma anche per riaffermare che la Nato non ha lasciato indietro l’Ucraina, le sta costruendo un’infrastruttura attorno per aiutarla a vincere. "Dai colloqui di oggi  – ha detto Zelensky – capisco che le condizioni necessarie per l'ingresso nella Nato saranno raggiunte quando ci sarà la pace in Ucraina". E ancora: "Capiamo che alcuni hanno paura di parlare di membership ora perché nessuno vuole una guerra mondiale ed è comprensibile. Ma abbiamo bisogno di avere segnali".  Zelensky chiede delle garanzie di sicurezza che accompagnino Kyiv fino all’adesione alla Nato. 

Saranno i paesi del G7 a dare queste garanzie, ma non sostituiranno l’ingresso dell’Ucraina nella Nato: “Se oggi il G7 concorderà la dichiarazione per le garanzie di sicurezza sarà un passo importante perché nel testo si dice che valgono per coprire il nostro percorso sulla via per la Nato", ha detto il presidente ucraino. Stoltenberg ha invece sottolineato l’importanza del Consiglio Nato-Ucraina, un organo in cui Kyiv e i paesi dell’Alleanza atlantica saranno alla pari, prenderanno decisioni insieme e sarà un modo per integrare l’Ucraina nella Nato e mantenere i contatti costanti. 

 

E’ stato mentre Stoltenberg parlava del Consiglio Nato-Ucraina che è sembrato che Zelensky cambiasse umore. Ma non ha smesso di puntualizzare sull'importanza che l’invito avrebbe potuto avere per Kyiv: “Capisco che la questione della timeline dell'invito nella Nato sia un segnale tecnico. Ma non gestiamo solo burocrazia. Sarebbe stato un fattore per motivare la società e per me sarebbe stato importante”. Il presidente ucraino lo ha paragonato al percorso per l’Ue: “Anche quello era un segnale, non era l’ingresso immediato nell'Ue. Ma era un segnale potente per la Russia”. 

Finita la conferenza stampa, Zelensky e Stoltenberg sono andati al primo incontro del Consiglio Nato-Ucraina. Attorno al tavolo circolare che ospitava i leader, il presidente ucraino era seduto tra il premier britannico Rishi Sunak e il turco Recep Tayyip Erdogan. “E’ un momento storico – ha detto Stoltenberg – l’Ucraina e gli alleati seduti l’uno accanto all’altro… oggi ci incontriamo tra uguali, spero che un giorno ci incontreremo tra alleati”. L’immagine di Zelensky tra gli uguali e alleati era potente.

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  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.