Un'immagine satellitare della base aerea di al Khadim in Cirenaica

Guerra per finta

In Libia il presunto attacco a una base di Wagner cela la minaccia del blocco petrolifero

Luca Gambardella

Colpita con un drone una base in Cirenaica, ma sia la notizia dell'incursione sia la sua smentita non trovano conferme. La contesa sulla Noc, il ruolo di Eni e il futuro incerto dei mercenari russi

La notte scorsa in Libia è circolata una notizia che, se confermata, potrebbe rimettere in discussione il cessate il fuoco di tre anni fa tra il governo di Tripoli e quello dell’est. Una fonte anonima ha rivelato a France Press che un drone turco in dotazione alle forze armate dell’ovest ha attaccato una base aerea dei mercenari russi della Wagner, quella di al Khadim, in Cirenaica.   Wagner in Libia sostiene il generale Khalifa Haftar e oltre a tre diverse basi militari controlla anche alcuni pozzi petroliferi.

 

Molte cose mettono in dubbio la fondatezza della notizia dell’attacco, dalla sua spregiudicatezza – finora i droni di Tripoli non hanno mai attaccato una base russa nell’est – al fatto che non esistano foto o video. Al netto delle smentite, arrivate solamente questa mattina e tutte a loro volta da verificare perché diffuse da media locali e canali non verificati, proprio l’assenza di dichiarazioni ufficiali conferma l’impressione che entrambi gli schieramenti abbiano interesse a tenere alta la tensione, anche usando la tattica della disinformazione.

 

L’oggetto del contendere è il petrolio e la sua gestione in capo alla National Oil Corporation (Noc). Lo scorso 24 giugno un tribunale di Bengasi, a est, ha congelato i conti della Noc accusandola di corruzione. Tre giorni dopo, il governo della Cirenaica ha rilanciato minacciando anche di bloccare di nuovo i suoi pozzi petroliferi, come era già avvenuto lo scorso anno. A rischio ci sono 16 miliardi di dollari, il valore delle esportazioni di greggio, che corrisponde a una fetta notevole della ricchezza del paese. A quel punto, il ministro del Petrolio di Tripoli, Mohamed Oun, ha dichiarato che un nuovo blocco sarebbe drammatico sia per i libici sia per i partner occidentali della Noc, Italia in testa. “Rischiamo di costringerli a guardare altrove per trovare alternative energetiche, visto quello che succede con la guerra in Ucraina”, ha detto Oun. “Chiunque senta queste voci sulla nostra incapacità di onorare gli impegni presi” sulla produzione del greggio “si sta preoccupando”. Il riferimento è a Eni, che lo scorso febbraio ha siglato a Tripoli un accordo per l’estrazione di petrolio e gas pari a 8 miliardi di dollari in partnership con la Noc. C’è poi il tema del reale peso strategico degli uomini della Wagner in Libia di qui in avanti. L’incertezza sulla sua organizzazione dopo la rivolta tentata da Evgeni Prigozhin potrebbe indebolirla. Anche questo sarà una variabile per capire quanto davvero in Libia si senta l’esigenza di tornare a combattere. 

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  • Luca Gambardella
  • Sono nato a Latina nel 1985. Sangue siciliano. Per dimenticare Littoria sono fuggito a Venezia per giocare a fare il marinaio alla scuola militare "Morosini". Laurea in Scienze internazionali e diplomatiche a Gorizia. Ho vissuto a Damasco per studiare arabo. Nel 2012 sono andato in Egitto e ho iniziato a scrivere di Medio Oriente e immigrazione come freelance. Dal 2014 lavoro al Foglio.