(foto Ansa)

editoriali

Le garanzie a Kyiv non siano timide

Redazione

L’Unione europea manda un messaggio a Biden contro l’eccessiva prudenza sulla Nato

L’Unione europea vuole fare la sua parte per fornire garanzie di sicurezza all’Ucraina dopo la guerra in modo da scoraggiare una nuova aggressione da parte della Russia, tema chiave del vertice della Nato di Vilnius per preparare il terreno a un’uscita dalla guerra. “L’Ue e gli stati membri sono pronti a contribuire, insieme ai partner, ai futuri impegni di sicurezza per l’Ucraina, che aiuteranno l’Ucraina a difendersi nel lungo periodo, scoraggiare atti di aggressione e resistere agli sforzi di destabilizzazione”, hanno detto ieri i capi di stato e di governo nelle conclusioni del Consiglio europeo. Non sono solo parole. Tutti sanno che l’adesione alla Nato, con la difesa collettiva garantita dall’articolo 5 del Trattato del Nord Atlantico, non ci sarà finché la guerra della Russia sarà ancora in corso. Il rischio di un’escalation nucleare sarebbe troppo alto. Tutti sono consapevoli che solo gli Stati Uniti oggi sono in grado di fornire serie garanzie di sicurezza.

E’ il cosiddetto “Quad” (Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Francia)  che sta lavorando a una dichiarazione politica da firmare con l’Ucraina, che prevede una serie di accordi bilaterali per formalizzare la fornitura di aiuti militari e finanziari nel lungo periodo. Tutti sanno che la clausola di difesa collettiva dell’Ue, prevista dall’articolo 42 del Trattato, è insufficiente. L’ingresso dell’Ucraina è ancora lontano e Bruxelles non ha un esercito. Ma le conclusioni del Consiglio europeo sulle garanzie di sicurezza sono comunque importanti. Segnalano un impegno di lungo periodo di tutta l’Ue a favore dell’Ucraina. Su iniziativa di Emmanuel Macron, che si è convinto della necessità di offrire a Kyiv un percorso per l’ingresso nella Nato, mandano un messaggio a un’Amministrazione Biden troppo prudente in vista del vertice di Vilnius. E dimostrano la volontà dei leader europei di mettere da parte le loro divergenze sulle relazioni transatlantiche per gestire insieme la sicurezza dell’Europa.

Di più su questi argomenti: