Editoriali
C'è un grande ministro a Berlino che si dice “scioccata” dai professori che flirtano coi pro Hamas
La ministra federale dell’Istruzione ha reagito con orrore alla lettera di sostegno di cento accademici ai manifestanti filo-palestinesi. La responsabilità del corpo docente che molti non vedono
Accademici e dipendenti di diverse università tedesche sostengono la protesta filo-palestinese. La ministra federale dell’Istruzione, Bettina Stark-Watzinger, ha reagito con orrore alla lettera di sostegno di cento accademici ai manifestanti filo-palestinesi. “Questa dichiarazione degli insegnanti delle università di Berlino è scioccante. Invece di prendere una posizione chiara contro l’odio verso Israele e gli ebrei, banalizzano la violenza”, ha dichiarato la ministra al quotidiano Bild.
In una “Dichiarazione dei docenti delle università di Berlino”, cento di diverse università berlinesi hanno scritto: “Difendiamo il loro diritto alla protesta”. A Oxford, cento accademici si schierano con gli studenti. Il personale docente di numerose università americane è al fianco degli studenti. C’è chi ha definito “eccitante” il 7 ottobre; altri lo hanno giustificato come una “risposta all’occupazione” (anche se gli israeliani se ne sono andati da Gaza nel 2005); altri ancora hanno evocato termini come “apartheid”, “Nakba” o “entità illegale”. Sulla facciata della George Washington University questa settimana è apparso lo slogan “Lunga vita all’Intifada accademica”, mentre alla Choate Rosemary Hall, uno dei collegi privati più costosi ed esclusivi degli Stati Uniti, il pubblico cantava “Israele cadrà! Mattone dopo mattone, muro dopo muro! Lo vogliamo tutto! Coloni, coloni tornate a casa! La Palestina è solo nostra!”.
Stark-Watzinger ha ragione: esiste una responsabilità del corpo docente in questa nuova temperie che attempati sessantottini vedono come un revival dei bei tempi che furono, ma che assomiglia più al prodromo di tempi oscuri che verranno.
Isteria migratoria