il caso

L'italiano fermato a Mosca e il legittimo sospetto di un ricatto di Putin

Secondo l'agenzia di stampa russa Tass “le forze dell'ordine hanno fermato un taxi su cui viaggiava Giovanni Di Massa per un controllo, ed è stato trovato con più di un grammo di mefedrone”. Non era a Mosca per lavoro, ma il modus operandi della Russia rende automatico il sospetto di un caso di diplomazia degli ostaggi

Giovanni Di Massa, cittadino italiano dipendente della Iss International, una società romana attiva nel settore dell'energia e dell’oil&gas, è stato fermato ieri a Mosca per possesso di stupefacenti. L'uomo sarebbe stato trovato in possesso di mefedrone, una droga sintetica stimolante il cui possesso è illegale anche in Italia. 

Secondo l'agenzia di stampa russa Tass “l'incidente è avvenuto nel centro di Mosca. Le forze dell'ordine hanno fermato un taxi su cui viaggiava Giovanni Di Massa per un controllo, ed è stato trovato con più di un grammo di mefedrone”, ha detto la fonte delle Forze dell'ordine all'agenzia. La Farnesina ha poi confermato il fermo. 

Di Massa aveva lavorato a lungo a Mosca, ma stavolta si trovava nella capitale russa per motivi personali, e non lavorativi, come ha spiegato la società Iss International in una nota inviata all'agenzia Ansa. Di Massa avrebbe dovuto riprendere servizio oggi presso la filiale di Abu Dhabi, la sua sede lavorativa ordinaria.

"Stiamo seguendo attentamente la vicenda, vediamo quel che accade", ha poi commentato il ministro degli Esteri Antonio Tajani mentre si recava a un evento all'ambasciata d'Italia presso la Santa Sede.

L'italiano in Russia rischia fino a tre anni di carcere e sarebbe attualmente in libertà vigilata. In questa fase, con l'offensiva di Putin sull'Ucraina che si intensifica e i controlli si fanno più stretti dopo l'attacco delle milizie della Wagner, il sospetto è sempre quello di una ritorsione, da parte delle autorità russe, e dell'ennesimo episodio di quella che viene definita la diplomazia degli ostaggi. La posizione del governo italiano sulla guerra della Russia contro l'Ucraina è molto chiara, e la possibilità che un cittadino italiano venga arrestato per ritorsione esiste – il possesso di stupefacenti è uno dei reati usati più di frequente dalla Russia, lo stesso usato per l'arresto della cestista americana Brittney Griner, poi liberata dopo uno scambio di prigionieri.

L'Italia però attualmente non ha persone sensibili con passaporto russo in stato di fermo. Artem Uss, l'imprenditore russo figlio di un oligarca vicino a Putin, a marzo è evaso dagli arresti domiciliari a Milano e sarebbe tornato in Russia.

Di più su questi argomenti: