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EDITORIALI

​​​​​​​Il gran caos dell'economia turca

Redazione

Erdogan gioca con l’inflazione. La Banca centrale cerca di mettergli un freno

Non è bastato a frenare la discesa della lira turca rispetto a dollaro ed euro l’aumento del tasso di interesse di riferimento di 650 punti base, portato dall’8,5 al 15 per cento. I mercati mostrano ancora sfiducia e restano in attesa di una conferma dell’abbandono della politica per nulla ortodossa dei bassi tassi di interesse praticata da Erdogan dal 2018. I mercati temono che questa inversione di tendenza nella politica monetaria espansiva non sia strutturale perché già nel 2020 il presidente aveva lasciato campo aperto all’allora governatore della Banca centrale consentendogli di alzare i tassi, ma dopo un paio di mesi lo aveva defenestrato perché gli aumenti dei tassi erano stati applicati in maniera consistente e veloce.   

Nonostante la decisione della Banca centrale, la valuta turca ha toccato un nuovo record negativo dopo l’annuncio del rialzo dei tassi, cedendo circa il 2,5 per cento rispetto al dollaro. Una reazione da parte dei mercati dettata  dal fatto che ci si aspettava un rialzo ancor più marcato, tra il 20 e il 25 per cento, necessario per portare il tasso di interesse quasi pari all’inflazione che è poco sopra il 40 per cento. 

Il presidente turco è da tempo convinto che l’inflazione si combatta abbassando i tassi anziché alzandoli, per stimolare crescita, occupazione ed esportazioni, ed  è costretto a garantire liquidità al sistema economico – in diretta contraddizione con i princìpi economici tradizionali. Ha messo sotto il suo controllo la Banca centrale, cambiando negli ultimi 4 anni 5 governatori. Ma il persistente tasso di interesse reale negativo, largamente al di sotto dell’inflazione, ha creato grossi squilibri nell’economia e ha attivato una fuga dei risparmi in lira turca verso le valute estere.  La Banca centrale ha ormai le riserve in negativo e si sono esauriti i finanziamenti provenienti dai paesi del Golfo e dalla Russia.  Dunque, la strada del ritorno a una politica economica “razionale” indicata dal ministro Mehmet Şimşek e dalla governatrice della Banca centrale, Hafize Gaye Erkan, è obbligata.

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