Ansa

Tra diplomazia ed economia

"I rapporti tra Italia e Francia sono sempre più forti". Intervista a Bernard Spitz

Mauro Zanon

La visita di Mattarella a Parigi ricompone le polemiche degli ultimi mesi. "Roma è il terzo parner commerciale di Parigi dopo Germania e Cina. Abbiamo interessi comuni sul piano industriale, finanziario, tecnologico ed energetico", dice il presidente della commissione Europa e Internazionale del Medef (la Confindustria francese)

Parigi. Nicolas Barré, direttore del più importante quotidiano economico francese, Les Echos, lo ha ribattezzato “il vice ambasciatore italiano in Francia”, per il suo ruolo di primo piano nel miglioramento delle relazioni tra Parigi e Roma. Perché Bernard Spitz, presidente della commissione Europa e Internazionale del Medef (la Confindustria francese) e fine conoscitore del mondo politico e imprenditoriale italiano, ha fatto in un certo senso da apripista al Trattato del Quirinale: creando nel 2018 il Forum économique franco-italien. 

 

Il Forum, una riunione annuale che riunisce la Confindustria e il Medef, è nato per rafforzare i rapporti industriali tra i due paesi e intercettare nuove complementarità. “E’ importante ricordare che l’Unione europea si basa su ventisette paesi, ma c’è un triangolo franco-italo-tedesco che per il suo peso economico e la sua situazione geografica è al centro di questa Europa. Storicamente la Francia ha una relazione di lunga data con la Germania, che si è tradotta nel Trattato dell’Eliseo dal punto di vista politico, mentre sul piano economico si concretizza annualmente con le rencontres franco-allemandes d’Evian. Fino al 2018, non esisteva nulla di tutto ciò con l’Italia. Cos’è successo da allora? Abbiamo trattato con l’Italia come abbiamo fatto con la Germania, creando una riunione economica annuale con imprenditori ed esponenti politici dei due paesi. Politicamente, questa convergenza si è tradotta nel Trattato del Quirinale, un trattato di cooperazione rafforzata che sottolinea l’importanza del legame franco-italiano”, dice al Foglio Bernard Spitz, insistendo sul triangolo franco-italo-tedesco: “In un triangolo è fondamentale l’equilibrio fra i tre lati affinché ci sia la massima convergenza e non ci siano antagonismi”.

 

Ieri, è iniziata la visita di stato in Francia del presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, sullo sfondo di una mostra al Louvre in collaborazione col Museo di Capodimonte, “Naples à Paris”. “Questo grande evento culturale è un’ulteriore occasione per sottolineare ciò che riunisce la Francia e l’Italia”, sottolinea Spitz. E la venuta di Mattarella può aiutare a dimenticare le ultime querelle politiche. “Tenendo comunque presente che sul piano economico, invece, i rapporti tra i nostri due paesi sono sempre più forti”, precisa l’ex presidente della Fédération française de l’assurance. “Abbiamo interessi comuni sul piano industriale, finanziario, tecnologico, energetico, abbiamo delle grandi imprese franco-italiane come Stellantis, STMicroelectronics, Essilor-Luxottica, ma penso anche al matrimonio tra Euronext e Borsa Italiana. E i partenariati sono in continua crescita. Questi sono successi franco-italiani che hanno permesso di creare dei leader europei e persino mondiali. Negli ultimi tempi la tendenza si conferma e migliora. Lo stesso discorso vale per le piccole e le medie imprese, senza dimenticare il lusso dove c’è una grande complementarità”, spiega al Foglio Spitz. Che ci dà alcune cifre. “L’Italia è il terzo partner commerciale della Francia dopo la Germania e subito dopo la Cina. La Francia è il secondo partner commerciale dell’Italia ed è il primo investitore. La Francia accoglie il più alto numero di investimenti italiani all’estero e l’Italia ha più di duemila partecipazioni nelle imprese francesi”, sottolinea Spitz.

 

La prima edizione del Forum économique franco-italien si è svolta nel 2018. “L’abbiamo lanciata con l’allora presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni. Ogni anno abbiamo rappresentanti del mondo politico ed economico. Sono incontri che permettono di conoscerci meglio, di trovare nuove sinergie industriali, per spiegare, in presenza dei politici, quali sono i problemi e come si possono risolvere”, dice al Foglio Spitz. Che tiene a sottolineare quanto i francesi abbiano un’ottima opinione degli italiani: “Gli italiani sono il popolo di cui i francesi, secondo i sondaggi, hanno la migliore opinione. Ho letto e amato il libro di Stefano Montefiori, ‘Rendez-nous la Joconde!’ che è molto pertinente su questo tema e racconta bene la prossimità tra i nostri due paesi”. La chiusura è su Giorgia Meloni. “Non sono sorpreso da come si sta comportando perché ho seguìto la sua campagna attentamente. Sono stato a Cernobbio quando è venuta ed è stata chiara fin da subito sugli impegni occidentali, sul sostegno all’Ucraina e sulle garanzie economiche in sintonia con l’Ue. Progressivamente il milieu economico è stato rassicurato e le prospettive di partnership tra le imprese dei due paesi sono considerevoli, in particolare nei settori della difesa e dell’energia”.
 

Di più su questi argomenti: