(foto EPA)

Il caso

Lo strano togliattismo di Lula sul Venezuela di Maduro

Maurizio Stefanini

Il presidente del Brasile è come l'ex segretario del Pci: in patria è contro la svolta autoritaria, ma nei "paesi amici" la giustifica

“Nicolás Maduro conosce molto bene la narrazione che hanno costruito contro il Venezuela. Conosce la narrativa che hanno costruito sull’autoritarismo e l’antidemocrazia. Ha i mezzi per decostruire quella narrazione”. Le parole usate dal presidente brasiliano Lula nel ricevere il presidente venezuelano sono in continuità con il tipo di dichiarazioni che ha fatto da quanto è tornato sulla scena politica, ma rappresentano allo stesso tempo anche un salto decisivo di qualità. Quando infatti disse: “Perché Angela Merkel può stare 16 anni al potere e Ortega no?”, era un’intervista rilasciata da candidato alla presidenza del Brasile, e di fronte alle rimostranze dell’intervistatore per il paragone tra la cancelliera tedesca e il dittatore del Nicaragua si tirò indietro.

Quando più di recente ha detto che la colpa della guerra in Ucraina è di Zelensky come di Putin, parlava in occasioni informali. Le frasi a Maduro sono state pronunciate durante la visita del venezuelano in Brasile e il punto di vista di Lula è negazionista, visto che fu per esempio la ex presidente socialista del Cile Michelle Bachelet in carica di Alto commissario Onu per i diritti umani a parlare del regime di Maduro come di “un sistema di torture e violazione dei diritti umani”. Ma anche l’attuale presidente del Cile Gabriel Boric è un leader di sinistra radicale che considera il Venezuela “un regime fallito” e dice che non sopporta il “doppio standard” di una certa sinistra latino-americana che condanna le violazioni dei diritti umani, ma non quando le fa un “regime amico”. 

 

Sarebbe riduttivo parlare di “due sinistre”, dal momento che comunque Lula, a differenza dei regimi che si ispirano al chavismo, non ha fatto involuzioni autoritarie. Però non condanna chi le fa. Mutatis mutandis, se i Maduro e gli Ortega sono come i leader comunisti che nell’Europa dell’est imposero la dittatura e Boric o la Bachelet sono Mollet, Attle o Saragat, Lula è sempre più il Togliatti del Brasile. In patria fa la svolta di Salerno, dà l’amnistia ai fascisti, fa approvare il Concordato in Costituzione, blocca l’insurrezione dopo il suo attentato. Ma di fronte alle purghe staliniste e all’invasione dell’Ungheria applaude.