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In Francia

Macron contro i Fratelli musulmani

Giulio Meotti

Giro di vite del governo francese contro chi vuole rendere il paese “compatibile con la sharia”

“Il governo francese ha deciso di accelerare la sua offensiva sul fronte dell’islam radicale, questa volta colpendo duramente i Fratelli musulmani nel portafogli”. Un’inchiesta del Figaro rivela che Emmanuel Macron due anni e mezzo dopo lo choc dell’assassinio di Samuel Paty prepara un giro di vite economico contro l’islamismo. La Direzione generale della sicurezza interna (Dgsi) ha individuato non meno di venti fonti finanziarie legate all’islam politico. In totale sono già stati congelati 25 milioni di euro sui vari fondi degli islamisti. Diverse organizzazioni di patronato sono state sciolte, tra cui il fondo Aquilae di Orléans. In alcuni dipartimenti, i “fratelli” cercano staffette politiche da eletti gravitanti nell’estrema sinistra presentandosi come vittime di “una campagna di islamofobia di stato”. L’intelligence ha anche individuato una decina di città dove i Fratelli musulmani hanno creato una specie di “ecosistemi”, su un asse che va da Lille a Marsiglia, compresa la Parigi orientale, la regione Rhône-Alpes e Bordeaux. “Al di là del loro fine ultimo, che è quello di insediare una forma di Califfato, si prendono cura dei bisogni dei loro correligionari in termini di lavoro, assistenza sociale o anche assistenza al lavoro indirizzando la manodopera verso aziende che accettano l’uso del velo e le assenze il venerdì per la preghiera”, osserva un funzionario di polizia. “Seducenti, intelligenti e manipolatori, trovano le parole giuste per dare promesse e rassicurare i politici eletti. Vogliono concessioni edilizie e vendite di terreni”. 

Una ventina di strutture separatiste della confraternita (scuole coraniche o confessionali, associazioni culturali e sociali e luoghi di culto) hanno attirato l’attenzione dell’intelligence. La Fratellanza investe anche a livello europeo con il Consiglio dei musulmani in Europa. A livello nazionale, i Musulmani di Francia, l’organismo succeduto nel 2017 all’Unione delle organizzazioni islamiche di Francia, hanno 50 mila aderenti con dai 130 ai 150 luoghi di culto, diciotto strutture educative direttamente affiliate e 280 movimenti e associazioni locali. Senza dimenticare una rete educativa che va dai college ai licei e all’istruzione superiore. 

Il ministro dell’Interno chiede ai prefetti anche di vietare i convegni, come a Marsiglia di recente. Provvedimenti di messa al bando dal territorio nazionale sono presi anche nei confronti di predicatori che hanno fatto osservazioni odiose contro le donne o l’occidente. E’ stato così nei giorni scorsi per un predicatore sudanese, molto impegnato nell’organizzazione internazionale dei Fratelli musulmani, e per un saudita. Come dice al Figaro l’antropologa sotto scorta e minacciata di morte Florence Bergeaud-Blackler (intervistata dal Foglio martedì), “la parola taqiya (dissimulazione) non mi soddisfa. Preferisco ‘astuzia’, l’arte della guerra di adattarsi a un ambiente percepito come ostile ma troppo potente per essere battuto con la forza. Il loro progetto è quello di stabilire la società islamica mondiale, rendendo le nostre società democratiche ‘compatibili con la Sharia’ fino a quando non si convertiranno  alla teocrazia, anche se ci volessero  secoli per raggiungere questo obiettivo”. E come dicevano i talebani agli americani in partenza dall’Afghanistan, “voi avete gli orologi, noi il tempo”.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.