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editoriali

La facilità di uccidere un detenuto a Minsk

Redazione

Percosse sul prigioniero politico Babaryka: i metodi di Lukashenka (e non solo)

Sotto la dittatura di Aljaksandr Lukashenka le vessazioni sui prigionieri politici bielorussi  sono all’ordine del giorno: nella migliore delle ipotesi viene vietato loro di telefonare, ricevere la posta e le visite dei propri cari o degli avvocati. Nella peggiore, i detenuti vengono costretti all’isolamento in celle di punizione e picchiati, visto l’isolamento, nessuno potrebbe mai scoprire le percosse. E’ successo anche a Viktar Babaryka, candidato alle elezioni presidenziali del 2020, che dal 27 aprile scorso è ricoverato in un ospedale di Navapolatsk.

  

Babaryka era uno dei principali oppositori di Lukashenka e sta scontando una pena di 14 anni in una delle colonie penali più dure della Bielorussia, costretto a portare addosso un’etichetta gialla, a vivere in isolamento, e ultimamente avrebbe trascorso mesi in una cella di punizione. Da quei mesi nessuno ha più avuto notizie di lui, a tutti i suoi avvocati è stata revocata la licenza e l’ultimo è stato arrestato. Il 29 aprile una portavoce della colonia ha affermato che Babaryka era “vivo e vegeto”, eppure è ricoverato in un reparto chirurgico con un polmone collassato e segni di percosse: nessuno sa quali siano le cause né le sue condizioni attuali.

  

Le organizzazioni per i diritti umani e le istituzioni europee, preoccupate, hanno invitato Minsk a fornire ulteriori informazioni. Vadim Khizhniakov, un ex prigioniero politico bielorusso  rilasciato a febbraio, ha raccontato come i detenuti vengono picchiati, messi in isolamento per nascondere le ferite e poi picchiati di nuovo, “tanto non ci sono testimoni... dicono spesso: è più facile uccidere un prigioniero che un cane da guardia”. Vladimir Putin, presidente russo, condivide (tra le altre cose) con il dittatore di Minsk anche il trattamento verso i dissidenti politici: ieri mattina all’aeroporto di Mosca Aleksandr Chernyshov, membro del Centro della memoria storica di Perm e collaboratore di Memorial, è stato fatto scendere dall’aereo per Istanbul, ed è in stato di fermo.

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