Rishi Sunak (Lapresse)

Riparare la Brexit

Dagli “e-gate” a Horizon: i passi di Londra per farsi più vicina all'Ue

David Carretta

Rishi Sunak sta negoziando con Bruxelles l'utilizzo di portali elettronici per facilitare il passaggio di cittadini britannici al confine l'Europa. Uno degli esempi del rapporto pragmatico che il primo ministro prova a costruire con von der Leyen

Bruxelles. Il primo ministro britannico, Rishi Sunak, sembra intenzionato a fare un altro piccolo passo per far rientrare il Regno Unito nei meccanismi di cooperazione dell’Unione europea per riparare i danni provocati dalla Brexit. Dopo le polemiche sulle lunghe code a Dover e Calais per i turisti che hanno trascorso le loro vacanze di Pasqua sul continente, il governo Sunak vorrebbe negoziare con Bruxelles un accordo per permettere ai cittadini con passaporto britannico di usare gli “e-gate” (i portali elettronici) per entrare e uscire dall’Ue. Secondo Bloomberg, i diplomatici britannici avrebbero già sollevato informalmente la questione con le loro controparti europee. Sunak sarebbe intenzionato a discuterne con la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, al vertice del G7 che si terrà in Giappone a maggio. Dopo i turbolenti anni di Boris Johnson e la breve (ma altrettanto turbolenta) parentesi di Liz Truss, i due hanno costruito un rapporto pragmatico. L’intesa raggiunta il 27 febbraio da Sunak e von der Leyen sul “Windsor Framework” – le misure per mettere in opera il Protocollo irlandese dell’accordo Brexit, eliminando una serie di problemi per l’Irlanda del nord – ha aperto la strada ad altre forme di cooperazione. Londra e Bruxelles hanno iniziato a negoziare il ritorno del Regno Unito in Horizon, il programma di ricerca dell’Ue da quasi 100 miliardi di euro. Lunedì a Ostenda il Regno Unito si è unito a Germania, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Irlanda, Lussemburgo, Danimarca e Norvegia per un summit nel quale è stato lanciato un enorme progetto europeo di sviluppo dell’eolico offshore.

 

La volontà di Sunak di riavvicinarsi all’Ue non è il frutto di un’improvvisa conversione politica di un Brexiter della prima ora. E nemmeno dei sondaggi secondo cui una maggioranza di britannici potrebbe ripensarci sull’uscita dall’Ue. Ma i sondaggi contano e riflettono il malcontento per i problemi vissuti quotidianamente da cittadini e imprese: crollo delle esportazioni britanniche, crescita più lenta e inflazione più alta rispetto al continente, code chilometriche di camion e turisti a Dover, ritorno del sovrapprezzo del roaming quando si viaggia in Europa, aumento dei migranti che attraversano la Manica sui barchini, impossibilità per i ricercatori di beneficiare dei finanziamenti europei e della rete di collaborazione con le università dell’Ue: la narrazione dei Tory sui “dividendi della Brexit” è andata in frantumi. Sunak vuole aggiustare i danni più visibili all’opinione pubblica. E può beneficiare dell’affievolirsi dell’ideologia Brexiter: il “Windsor Framework”, con cui di fatto ha calpestato le linee rosse di Boris Johnson sull’allineamento alla legislazione dell’Ue per l’Irlanda del nord e sulla giurisdizione della Corte europea di giustizia, non ha provocato una rivolta tra i backbencher conservatori. L’unica vera opposizione rimasta è quella del Partito democratico unionista nordirlandese.

 

L’avvicinamento a piccoli passi non risolve tutti i problemi del Regno Unito, né restaura tutte le buone vecchie relazioni con l’Ue. Un accordo sui passaporti – secondo gli esperti – sarebbe utile per gli aeroporti, dove non ci sarebbe più necessità dello stampino di ingresso, ma non risolverebbe le code a Dover, dove manca lo spazio per un numero sufficiente di “e-gate”. I negoziati sul ritorno in Horizon non avanzano, perché Londra ha chiesto uno sconto sul suo contributo finanziario che Bruxelles non è pronta a concedere. Al summit di Ostenda sull’eolico offshore c’erano tutti, presidenti e primi ministri (da Emmanuel Macron a Olaf Scholz, passando per von der Leyen), mentre Sunak ha inviato il ministro per la Sicurezza energetica, Grant Shapps. Ma anche a Ostenda è emersa la sua chiara volontà di riconnettersi all’Ue perché porta benefici. Shapps ha annunciato la più grande interconnessione sottomarina al mondo tra il Regno Unito e i Paesi Bassi che permetterà di portare energia pulita a 1,8 milioni di case britanniche e rafforzare la sicurezza energetica.

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