editoriali
Segnali buoni da Israele. La democrazia è sana. Leviv: Ho fatto un'errore
Non tutti si fidano delle promesse di Netanyahu, qualcuno teme che stia prendendo tempo, altri sostengono che ormai ha rotto il tabù del fare marcia indietro e non avrebbe senso ricominciare da capo. Il passo indietro del ministro della Giustizia è una dimostrazione di tenuta democratica
La protesta in Israele si è placata da una settimana. Il premier Benjamin Netanyahu ha fermato la revisione della riforma giudiziaria per dare il tempo di giungere a un compromesso tra maggioranza e opposizione. Ogni tanto gli israeliani tornano in strada per dire che non hanno smesso di sorvegliare, come fosse un invito al primo ministro che conoscono da decenni a non fare strappi. Anche gli israeliani a favore della riforma così com’era scendono in strada, a volte vanno davanti all’ambasciata americana a dire al presidente Joe Biden di farsi i fatti suoi, ma usando toni meno lusinghieri. Non tutti si fidano delle promesse di Netanyahu, qualcuno teme che stia prendendo tempo, altri sostengono che ormai ha rotto il tabù del fare marcia indietro e non avrebbe senso ricominciare da capo.
Un buon segnale è arrivato dal ministro della Giustizia, Yariv Levin, che di quella riforma contestata è l’architetto. In un’intervista a Channel 14 ha ammesso che un pezzo chiave della legislazione avrebbe portato a una situazione inaccettabile in un paese democratico, determinando lo strapotere della maggioranza. Levin non ha rinnegato tutto, ma ha contestato la parte sulle nomine dei giudici. La legge era già stata approvata in prima lettura, ora tornerà alla Knesset ammorbidita per la seconda e la terza. L’opposizione non ha fatto sapere ancora cosa pensa della riscrittura della riforma e se le parti stanno davvero dialogando, ma l’ammissione di Levin conferma ancora una volta che la democrazia israeliana è sana e che gli elementi moderati del governo più a destra della storia del paese hanno i loro anticorpi contro i loro alleati che moderati non sono.
Questa settimana Netanyahu è stato visto con il ministro della Difesa che aveva allontanato durante le proteste per aver criticato la riforma. Gli estremisti del governo volevano che Yoav Galant venisse cacciato per sempre. Anche in questo il premier ha ascoltato i suoi e non gli altri perché sa bene quanto sia importante avere un uomo competente in un ministero vitale.
la sconfitta del dittatore