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Il Parlamento della Georgia ritira la “legge russa”. Per la piazza è “una vittoria a metà”

Redazione

Tbilisi annuncia lo stop alla norma sugli “agenti stranieri” che saboterebbe le speranze europee del paese. Ma per l’opposizione non esiste alcuna procedura tecnica per ritirare un disegno di legge dopo l’approvazione in prima lettura

Dopo la seconda notte di proteste davanti al Parlamento georgiano, oggi il governo di Tbilisi ha annunciato il ritiro del disegno di legge sugli “agenti stranieri” approvato dal partito di maggioranza Sogno georgiano, che aveva portato in piazza nei giorni scorsi le bandiere europee. Sembra quindi che quelle bandiere europee e i migliaia di manifestanti che le tenevano in piedi, contro i lacrimogeni, l’acqua gelata e le cariche della polizia, abbiano vinto contro una legge che non solo limiterebbe la libertà di stampa, ma porterebbe nel paese una copia di una legge russa con cui il Cremlino da oltre dieci anni reprime il dissenso, e nel frattempo saboterebbe le speranze già in stallo della Georgia di aderire all’Unione europea. Sembra, perché, nonostante l’annuncio del ritiro della legge “russa”, le manifestazioni non si sono arrestate.  

  

Giga Lemonjava, del partito di opposizione Droa, ha detto che le proteste sarebbero continuate e ha chiesto al governo una denuncia formale del disegno di legge – che nel comunicato ha denunciato una “macchina del fango” che ha mostrato la legge sotto una “luce negativa per fuorviare una certa parte del pubblico definendola una ‘legge russa’” – e il rilascio immediato delle oltre cento persone arrestate durante i due giorni di proteste.

 

Dal punto di vista legale, secondo i leader dell’opposizione, non esiste alcuna procedura tecnica per ritirare un disegno di legge dopo l’approvazione in prima lettura: potrà essere bocciato solo in una votazione successiva. Ma nel frattempo, quando le tensioni si saranno placate, il governo continuerà a promuovere la legge sugli agenti stranieri, organizzando “incontri con il pubblico per spiegare la logica alla base del disegno di legge”, si legge sempre nel comunicato. Per questo motivo l’ex sindaco di Tbilisi, Gigi Ugulava, alla tv russa indipendente Dozhd ha definito la vittoria dei manifestanti “una vittoria a metà”.

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