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Editoriali

Chiusa la più antica organizzazione per i diritti. Putin ha paura della Russia

Redazione

Il Moscow Helsinki Group era il simbolo di un paese che dopo la Guerra Fredda si apriva alla democrazia. Questa settimana è stato liquidato: se l’invasione dell’Ucraina fosse così popolare, non ci sarebbe il bisogno di falcidiare il dissenso

Si fatica a vederla quella Russia che dopo la Guerra fredda pensava che sarebbe stato il momento di imparare a gestire la democrazia. Voleva preservare la memoria delle guerre della dittatura, di coloro che erano stati uccisi e perseguitati. Tutto questo è stato vero, è esistito, e sta svanendo. Il Moscow Helsinki Group era il frutto di questa Russia, era stato aperto già durante l’Unione sovietica, poi chiuso, poi riaperto, infine liquidato questa settimana. Era la più antica delle organizzazioni russe che si occupavano dei diritti umani, era nata per fare in modo che la Russia non tornasse indietro, si batteva per i diritti che una democrazia dovrebbe tutelare: dalle condizioni dei detenuti alla libertà di stampa.

 

Il Moscow Helsinki Group era stato fondato da intellettuali e scrittori, durante una conferenza stampa nella casa del premio Nobel per la Pace Andrei Sakharov – esiste un premio dedicato al fisico che Mosca non riconosce più – tenuta dallo scienziato Yuri Orlov. Erano stati lui e la storica e scrittrice Ljudmila Alekseeva i volti più celebri del gruppo. Alekseeva aveva detto che avrebbe voluto morire in prigione, giusto per dare fastidio a Putin. Morì invece nella sua casa sull’Arbat a novantuno anni e per il novantesimo aveva anche ricevuto la visita del presidente con il quale aveva avuto un rapporto complesso: era stata più volte arrestata ma credeva che con il Cremlino bisognasse dialogare.

 

Per il compleanno Putin era andato a trovarla con un mazzo di fiori, erano state pubblicate immagini di lei intenta a baciargli le mani e si scoprì in seguito che erano finte. Al funerale Putin si presentò con un altro mazzo di fiori, a pochi passi c’era l’oppositore Alexei Navalny. Ancora era un presidente sicuro di sé, ancora pensava di dover mostrare una parvenza di tolleranza. Ora non più. Alkseeva non ha fatto in tempo a vedere la guerra ma la sua organizzazione era contraria, lo aveva detto ed è stata chiusa. Se davvero Putin pensasse che l’invasione dell’Ucraina sia così popolare in Russia, non avrebbe bisogno di falcidiare il dissenso.

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