editoriali

La lunga recessione della Russia

Redazione

Crescita negativa per due anni, dato peggiore tra i paesi del blocco eurasiatico

La Eurasian Development Bank (Edb), un’istituzione finanziaria promossa da Mosca per lo sviluppo dell’area asiatica dell’ex Urss, ha pubblicato le previsioni macroeconomiche dei sei stati membri. E le prospettive peggiori sono proprio quelle della Russia. Nel 2023 il pil russo diminuirà del 2 per cento, mentre tutti gli altri cresceranno: Armenia (+4,2 per cento), Kazakistan (+4,2), Kirghizistan (+3,5) e Tagikistan (+6,5). Anche la Bielorussia – ormai un’appendice del Cremlino – farà meglio dell’economia russa con una crescita dello 0,3 per cento.

  

Per il 2022 il divario è ancora più ampio: la Russia chiude in recessione a -3 per cento, con la sola Bielorussia che fa peggio (-4,6), mentre tutti gli altri hanno una crescita sostenuta (Armenia +12,5; Kazakistan +2,8; Kirghizistan +3,1; Tagikistan +7,5). La Russia, insomma, è l’unica che per effetto delle sanzioni occidentali avrà un biennio di recessione. Il dinamismo delle ex repubbliche satelliti è dovuto anche ad alcune conseguenze della guerra: l’emigrazione dei russi e la costruzione di uno spazio economico che aggira l’ondata di instabilità creata dalla Russia.

    

Non ci sono numeri precisi, ma ormai sono ameno un milione i russi trasferitisi nei paesi vicini, comprese le persone che non hanno rotto i legami con la madrepatria ma che devono stabilirsi all’estero per continuare a lavorare o fare impresa senza cadere nelle sanzioni. Nei paesi vicini comprano beni, costruiscono relazioni economiche, fanno aumentare il pil e i flussi commerciali.

 

Vale anche  per la Georgia, paese estraneo alla Edb ma destinazione della fuga di oltre 100 mila russi, si prevede una crescita robusta. Secondo il Fmi il pil segnerà +9 per cento nel 2022 e +4 per cento nel 2023. La guerra ha accresciuto il ruolo di Tbilisi come collegamento tra Europa e Asia centrale, facendone un tassello di questo nuovo spazio post sovietico (o forse post russo) che aggira Mosca per sfuggire all’instabilità del regime putiniano, insieme a tutti quei russi che hanno la volontà e la possibilità di sottrarsi alla guerra imperialista di Vladimir Putin.

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