Editoriali
La Bulgaria, nonostante le divisioni interne, vota per l'invio di armi all'Ucraina
La Russia aveva puntato molto sulla caduta del governo filo-occidentale di Kiril Petkov. L'obiettivo era provocare una svolta nella politica estera e disporre di un’altra Ungheria e magari una specie di Serbia all’interno dell’Ue
La Bulgaria è indubbiamente uno dei paesi dell’Unione europea storicamente e culturalmente più vicino alla Russia. Mosca aveva puntato su questi legami e sulle fragilità economiche e politiche di Sofia, paralizzata dopo la caduta del governo europeista nello stallo di un parlamento che dopo le elezioni del 2 ottobre – le quarte in meno di due anni – è frammentato tra sette partiti che si lanciano accuse di corruzione e malaffare e non riescono a formare un governo. Ciò nonostante, le commissioni parlamentari per la difesa e la politica estera hanno votato a favore dell’invio di armi in Ucraina, includendo nella lista anche sistemi avanzati come missili anti-aerei. La decisione ha sorpreso molti osservatori, dato che nel parlamento bulgaro c’è una significativa presenza politica filo-russa. Anche il presidente della Repubblica, il socialista Rumen Radev, è notoriamente vicino alla visione del mondo di Vladimir Putin e si era ripetutamente espresso contro la decisione definendo i responsabili come “guerrafondai” il cui obiettivo è “coinvolgere il popolo bulgaro” nel conflitto. Finora la Bulgaria era l’unico paese dell’Ue insieme all’Ungheria a non inviare armi all’Ucraina.
Il Cremlino aveva puntato molto sulla caduta del governo filo-occidentale di Kiril Petkov per provocare una svolta nella politica estera e disporre di un’altra Ungheria e magari una specie di Serbia all’interno dell’Ue. In realtà, anche senza inviare armi ufficialmente le fabbriche militari bulgare stavano già realizzando profitti vendendo armi usate alle forze armate ucraine attraverso triangolazioni con altri paesi, pertanto si agli occhi degli alleati occidentali Sofia in qualche modo stava già facendo la sua parte e non stava subendo pressioni per fare di più. Però che un parlamento così diviso e incapace di formare un nuovo governo abbia costituito un’ampia maggioranza per dimostrare il suo pieno sostegno a Kyiv è davvero significativo.
Isteria migratoria