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L'intervista

“No ai finto pacifisti. L'unica soluzione è sostenere l'Ucraina”. Parla Nathalie Tocci 

Annalisa Chirico

"Finché c’è Putin al Cremlino un accordo non ci sarà, nel migliore dei casi si potrà immaginare una tregua. In Italia in molti si riempiono la bocca di ‘pace’ storpiando la parola più grande in una misera foglia di fico per mal celare bieca ideologia, cinismo e paura”, dice il direttore dell’Istituto affari internazionali di Roma

“Sono finto pacifisti”, dice al Foglio Nathalie Tocci, direttore dell’Istituto affari internazionali di Roma e professore onorario all’Università di Tübingen. La politologa se la prende con quanti invocano la pace nel conflitto ucraino. “Finché c’è Putin al Cremlino un accordo di pace non ci sarà, nel migliore dei casi si potrà immaginare una tregua. In Italia in molti si riempiono la bocca di ‘pace’ storpiando la parola più grande in una misera foglia di fico per mal celare bieca ideologia, cinismo e paura”. In Italia più che altrove? “Sono appena rientrata da Berlino, e le assicuro che solo in Italia si parla di fare la pace con Putin”. Le cause? “Certi ambienti nazionalisti subiscono l’attrazione per l’uomo forte al potere, l’invaghimento per Putin. Ma questa è solo una minima parte. Il fattore dilagante è l’antiamericanismo, una difficoltà incomprensibile di scindere le cose: gli Stati Uniti possono aver commesso errori, invasioni e violazioni di diritti umani, ma i fatti in Ucraina raccontano un’altra storia. E’ un altro film. E poi c’è il complottismo che nel nostro paese attecchisce con facilità”.

 

Forse incide anche la recessione economica, le bollette alle stelle, i rischi per la sopravvivenza economica della società europea? “La paura è lecita. Ma c’è un bel po’ di meschinità nella pretesa di poter tornare al mondo di prima che comprava gas russo a basso costo”. Anche la minaccia nucleare atterrisce. “E’ comprensibile ma io suggerisco: be calm and carry on”. Putin potrebbe azionare l’arma nucleare tattica? “Una tale scelta sarebbe del tutto irrazionale, anche per la Russia”. Il presidente Biden ha evocato l’ armageddon nucleare. “Una volta innescata l’arma nucleare, sarebbe impossibile tornare indietro. Biden intende dire che l’unico modo per fermare la guerra nucleare è non iniziarla”.

 

Dopo l’attentato al ponte di Kerch, abbiamo assistito a una escalation contro le principali città ucraine. Rappresaglia? “Chiaramente la Russia ha reagito. Tuttavia l’escalation era già in corso. Putin punta al collasso dell’Ucraina, perciò aumenta la pressione militare con armi convenzionali rafforzando, nel contempo, la minaccia nucleare e ibrida (attraverso il ricatto energetico, gli attacchi-sabotaggi alle infrastrutture critiche…). L’obiettivo è piegare la volontà dell’occidente di sostenere l’Ucraina. Il tutto è condito da una buona dose di propaganda”. Lei ha parlato di “terrorismo di stato russo” ma anche l’omicidio di Darya Dugina, l’esplosione del ponte di Kerch, il tentativo di far saltare il gasdotto Turkish stream possono essere annoverati come atti terroristici. “Tenderei a distinguere. L’omicidio di Dugina è un tipico caso di assassinio politico, è plausibile che abbia agito la mano ucraina. La bomba sul ponte di Kerch, invece, avviene in Crimea, ovvero in territorio ucraino. Nella misura in cui questo ponte è utilizzato dai russi per trasportare armamenti, la sua esplosione si può considerare un atto di guerra”.

Ma il governo ucraino non lo ha rivendicato. “Perché è plausibile che siano stati i servizi segreti. Ma la mancata rivendicazione non lo rende un target illegittimo”. La minaccia nucleare è realistica? “Per attivare l’arma tattica, non basta che Putin prema un pulsante. Esiste una catena di comando. Inoltre, a oggi, non abbiamo evidenza che si stiano mobilitando armi tattiche. Si impiegherebbe almeno una settimana per trasportarle fino al fronte, e noi lo sapremmo in anticipo grazie ai satelliti. Non sta accadendo”. Ma potrebbe accadere? “Non possiamo escluderlo. La storia, del resto, racconta mille episodi di irrazionalità. Adolf Hitler aveva perso la Seconda guerra mondiale già nel dicembre del ’41 con il fallito tentativo di invadere l’Urss. Ma tra il ’41 e il ’45 si consuma la Soluzione finale”. Il ministro degli Esteri Lavrov ha dichiarato che la Russia è pronta a considerare una eventuale proposta di incontro tra Putin e Biden al G20 di novembre in Indonesia. “Non sappiamo se Putin parteciperà al G20. In uno scenario in cui la Russia sta perdendo la guerra sul piano militare e ha interesse a trasformarla nella guerra contro l’occidente, credo che il presidente russo sia disposto a incontrare Biden ma escludo che Biden intenda incontrare lui”.

 

Lei vede una via per il negoziato? “Non esiste. Una mediazione è possibile nella misura in cui i belligeranti intendono fermare la guerra. Ma non c’è mai stato un negoziato su questo. A partire dal 24 febbraio, questa possibilità non esiste. A meno che per negoziato non si intenda la resa dell’Ucraina”. Il ceo di Tesla Elon Musk ha proposto nuovi referendum nei territori occupati, sotto egida Onu. Lei sarebbe favorevole? “Li definirei una buffonata. E quali sarebbero i cittadini votanti? I nove decimi delle persone che abitano quei luoghi sono rifugiati, solo una persona su dieci è rimasta. A mio giudizio, l’unica possibile via di uscita è sostenere la campagna di liberazione condotta dagli ucraini finché saranno disposti a combattere”. 

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