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conti a rischio

Bonomi: "L'Europa non fa il suo dovere. Serve uno scostamento da 50 miliardi"

Alberto Cantoni

Il presidente di Confindustria: "Scontiamo decenni di errori e scelte sbagliate. L’economia rallenta, il prossimo governo, se non potrà contare sull'Europa per frenare la crisi energetica dovrà ricorrere ad altre risorse. L'Ue solidale sull'energia non è ancora nata"

Uno scostamento da 40-50 miliardi o crolla tutto. "Il momento è grave, se cade l’industria cade il paese, chiudono le imprese e si perde lavoro". Carlo Bonomi va dritto al punto, dice che "l'Europa non non fa il suo dovere", nonostante i tentativi di Draghi. E allora: "Non resta troppa scelta". Il numero uno degli industriali esterna tutta la preoccupazione sul tema energia ed esprime la priorità assoluta: abbassare i prezzi

In un'intervista su La Stampa, il presidente di Confindustria chiede un cambio di passo deciso, nella speranza che il prossimo governo trovi un punto d'intesa con tutte le parti: "Siamo pronti a rilanciare il confronto sull’economia a condizione che tutti abbiano lo spirito giusto, la consapevolezza che per raggiungere un accordo occorre lasciare qualcosa sul tavolo". E puntalizza: "Scontiamo decenni di errori e scelte sbagliate". Secondo il numero uno di viale dell'Astronomia, l'emergenza prezzi non è dovuta solo alla guerra ma alle politiche perpetrate nell'ambito delle infrastrutture e della dipendenza dal gas russo: "È da un anno che ho evidenziato il problema, cinque mesi prima della guerra. Ci hanno accusato di essere gufi e pessimisti. Non è così, ovviamente: noi leggiamo i mercati. Per questo abbiamo invitato a bloccare i presupposti della speculazione", spiega riferendosi al mercato Ttf di Amsterdam.

 

L'invito al prossimo esecutivo è quello di convocare le parti, tutte insieme. Una alla volta non affronta il problema. "Alla famosa Sala Verde bisogna andarci tutti sapendo che ognuno dovrà lasciare qualcosa sul tavolo, non solo chiedere". Il riferimento è allo stanzone color palude di Palazzo Chigi, in cui furono firmati l’accordo sui salari del 1992 e quello per la competitività del 2012. "Gli accordi si fanno così. Sul cuneo fiscale, all’inizio ci hanno attaccato. Ora sono tutti d’accordo. Se è vero, facciamo l’intesa e stanziamo le risorse". Non solo Italia, ad ogni modo: domani Bonomi volerà a Bruxelles per lanciare un messaggio all’Europa: la mancanza di solidarietà mina l’esistenza stessa dell’Unione. Diversamente rispetto alla pandemia, "l'Europa solidale sull'energia non è ancora nata. Le vie nazionali  - dice con riferimento alla Germania - minano il senso stesso di Europa. Tornano ad aggravare la divergenza di competitività tra imprese e anche tra salari". Il punto è chiaro: se ognuno va per la propria strada si alimenta anche lo scontento generale dei Ventisette: "È quello in cui spera Putin".

Intanto, il governo Draghi ha adottato una serie di provvedimenti nazionali di emergenza e sfruttato le maggiori entrate fiscali dovute al rimbalzo economico, ma "ora il rimbalzo è finito. L’economia rallenta. Il prossimo governo, se non potrà contare sulla solidarietà europea per frenare la bolletta energetica dovrà ricorrere ad altre risorse". Di quanto parliamo? Confinsutria ha già in mente una stima ben precisa: "40-50 miliardi a condizioni attuali per il 2023".
 

Ma l'allarme lanciato da Confinsutria si estende e riguarda anche l'attuazione del Pnrr sul piano nazionale. La Nadef attesta che nel 2021 e 2022 è stato speso solo il 43 per cento delle somme previste ed è evidente che c’è un problema ad avviare bene cantieri e opere, oltre ai progetti avanzati da parti territoriali della Pubblica amministrazione che tradizionalmente soffrono di gap tecnici. Per questo, "il nuovo governo deve accelerare l’esecuzione del Pnrr. I poteri di vigilanza e di intervento li ha".
 

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