editoriali

L'Onu a guida russo-cinese

Contrastare la potenza lobbistica degli antidemocratici è difficile. Il caso dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni (Uit), alla cui guida è stata eletta l'americana Doreen Bogdan-Martin

Ieri Doreen Bogdan-Martin, americana del New Jersey, è stata eletta segretaria generale dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni (Uit), una delle agenzie dell’Onu più antiche e prestigiose che è responsabile di tutto ciò che riguarda le telecomunicazioni e gli standard internazionali su radio, satelliti e internet. Il mandato di Bogdan-Martin inizia il prossimo anno, e la sua elezione non era affatto scontata. La questione della leadership dell’Uit nei giorni scorsi era diventata un problema politico: l’altro candidato, infatti, era il russo Rashid Ismailov, un ex funzionario del Cremlino e poi del colosso delle telecomunicazioni cinese Huawei.

 

Il voto che si è tenuto ieri a Bucarest ha premiato l’americana (139 voti per lei, solo 25 per il russo), ma la questione politica resta: la Russia per ora ha il diritto di candidarsi a certe posizioni, essendo membro delle Nazioni Unite e addirittura sedendo al Consiglio di sicurezza, ma c’è un’evidente  contraddizione nel dare in mano a un paese che ha appena iniziato una guerra, che usa internet e le minacce informatiche come un’arma politica, la leadership di un’agenzia che si occupa anche di sicurezza informatica internazionale. Eppure il metodo abbiamo imparato a conoscerlo bene. I paesi che non si riconoscono nell’ordine mondiale a guida democratica per anni hanno influenzato dall’interno le organizzazioni internazionali e sovranazionali. La leadership di Pechino in questo è stata maestra: arrivare alla guida di un’organizzazione serve soprattutto a influenzarne le politiche e ottenere una piattaforma considerata neutrale dalla quale fare propaganda. La potenza cinese dentro alle agenzie dell’Onu è oggi considerata perfino superiore a quella americana. Doreen Bogdan-Martin prenderà il posto di Houlin Zhao, che ha svolto due mandati come segretario generale della Uit e da anni è accusato di favorire la Cina – e gli interessi cinesi – nella promozione dell’“internet per tutti”, naturalmente il più censurato possibile. La Cina sosteneva, neanche a dirlo,  il candidato Ismailov. 

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