Tribunale speciale

Un altro attacco russo contro i civili in Ucraina. “Se non è terrorismo questo allora cos'è?”

Paola Peduzzi

Quel che fa Putin in Ucraina è un crimine di guerra. L’esercito di Mosca colpisce deliberatamente i cittadini, li ammazza, li mutila, li violenta, li affama, li reprime, li deporta. E' importante chiamare le cose con il loro nome 

“Ogni giorno la Russia uccide civili, uccide bambini, colpisce con i missili edifici civili in cui non c’è alcun obiettivo militare. Che cos’è questo se non un atto deliberato di terrorismo?”, ha detto giovedì il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, chiedendo l’istituzione di un tribunale speciale per i crimini russi. L’esercito di Vladimir Putin lo stesso giorno ha lanciato tre missili sul centro di Vinnytsia, una città di 350 mila abitanti (prima della guerra) nel centro-ovest dell’Ucraina, lontana dall’est, lontana dal sud, lontana da Kyiv, lontana da qualsivoglia fronte, compresi quelli che solo i russi considerano tali. Tre missili sono piombati in città, hanno colpito un centro commerciale e gli edifici attorno, hanno fatto più di venti vittime, tra cui una bambina almeno, ma la conta è in corso e, straziante, non cambia quel che è chiaro dalla vittima civile numero uno, il 24 febbraio: l’esercito di Putin colpisce deliberatamente i civili, li ammazza, li mutila, li violenta, li affama, li reprime, li deporta. Se non è terrorismo questo allora che cosa lo è?, chiede Zelensky, ed è, dal primo giorno, una domanda retorica. Antony Blinken, segretario di stato americano, mercoledì sera ha chiesto a Mosca di liberare i cittadini ucraini deportati. “Il trasferimento illegale e la deportazione di persone costituiscono una violazione grave della  Convenzione di Ginevra sulla protezione dei civili”. E poi Blinken ha aggiunto:  “E’ un crimine di guerra”.

 

Secondo “le stime di varie fonti, incluso il governo russo, le autorità russe hanno interrogato, incarcerato e deportato con la forza tra 900 mila e 1 milione e seicentomila ucraini, inclusi 260 mila bambini, spostati dalle loro case e portati in Russia, spesso nelle regioni più isolate dell’estremo est”. Blinken ha precisato che Mosca “sta deliberatamente separando i bambini dai loro genitori e li manda  in adozione  in Russia”, e sta anche “tenendo imprigionati o facendo scomparire migliaia di civili ucraini che non passano dai cosiddetti centri di smistamento”. Le dichiarazioni di Washington sono arrivate in apertura della conferenza in corso oggi all’Aia, organizzata dal governo olandese, dall’Ufficio del procuratore del Tribunale penale internazionale e dalla Commissione europea: si chiama “Ukraine Accountability Conference” e vuole andare a fondo delle responsabilità della Russia nella guerra contro l’Ucraina e quindi evitare che Putin rimanga impunito per i crimini commessi. L’impunità infatti è stata in passato (non solo per il presidente russo va detto) un motore strategico per la Russia: ci saranno un po’ di rimostranze, un po’ di accuse, un po’ di inchieste aperte, ma poco altro, ha  calcolato Putin in tutti questi anni, aumentando la violenza. Di fronte all’evidenza poi il Cremlino replica il suo format: denuncia le “lamentele isteriche” della comunità internazionale (questo è un copyright del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov), taccia tutto di “russofobia” (lo ha fatto anche con Blinken ieri) e dice che ci sono sempre degli obiettivi militari dove colpisce e che gli ucraini usano i civili come scudi. 

 

La settimana scorsa, due senatori americani sono andati a Kyiv con una bozza di proposta per inserire la Russia nell’elenco degli stati sponsor del terrorismo, con Siria, Iran, Corea del nord e Cuba. Secondo il codice penale americano, gli atti di terrorismo sono atti violenti volti a: intimidire o costringere i civili; influenzare le politiche di uno stato con l’intimidazione o la minaccia; condizionare l’operato di un governo con la distruzione di massa, l’assassinio o il rapimento”. Anne Applebaum, che studia l’orrore sovietico e russo da tutta la vita, scrive sull’Atlantic: “E’ importante chiamare le cose con il loro nome, abituarci a consapevolezze difficili e imparare a gestirle. La Russia commette atti di terrorismo ogni giorno; questo avrà delle conseguenze per la struttura instabile della legge internazionale e delle pratiche studiate per prevenire questi stessi atti”.

  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi