editoriali

La nuova icona dell'invasione russa è un bambino che saluta un carro armato

Redazione

Un esempio (ben riuscito) di come funziona la contro-propaganda degli innocenti

Nonna Anya non basta più alla propaganda russa. La signora anziana che aveva accolto i soldati ucraini con una bandiera sovietica è stata sfollata, perché proprio i russi, che lei sperava andassero a liberarla, hanno distrutto la sua casa e lei è finita, con suo marito, a Kharkiv. Anya ha anche parlato con la tv ucraina e in un’intervista ha raccontato di non voler essere il simbolo dell’invasione. Il video in cui Anya parla con i giornalisti non è stato verificato e presenta segni di contraffazione, ma per i russi deve essere stato sufficiente per capire che era il momento di trovare un’altra  icona. Non più un’anziana con il fazzoletto da contadina in testa, ma un bambino, Alexei. Otto anni, residente a Belgorod, una delle regioni di confine con l’Ucraina, è stato ripreso mentre, pazzo di gioia e di stupore, correva verso un convoglio militare russo a braccia aperte.

  

Le origini del video non si conoscono, Alexei sembra spiccare il volo quando vede i militari di Mosca. Non si sa se sia una messa in scena o una situazione realmente accaduta, ma dopo aver usato il simbolo della vecchina nostalgica, la Russia mette cartelloni con il bambino speranzoso (qui sopra un cartello con la scritta: Grazie Alexei).

  

In questi mesi, Belgorod è stata colpita da alcuni attacchi diretti soprattutto a depositi di  munizioni, è una zona che rischia di essere coinvolta sempre più nella guerra. Ad Alexei che corre dietro ai carri armati probabilmente avranno insegnato a scuola che l’esercito di Mosca sta denazificando l’Ucraina, non sa cosa vanno a fare i blindati russi oltreconfine. Non soltanto è vittima della propaganda, ma adesso ne è anche un simbolo.

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