Il caso

L'oligarca russo del Centre Pompidou imbarazza tutta Parigi

Mauro Zanon

Vladimir Potanin, seconda fortuna di Russia e molto vicino a Putin, è uno dei maggiori finanziatori del museo d'arte moderna e contemporanea più importante di Francia, e questo mette a disagio il paese

Parigi. “Per fortuna ci siamo sbarazzati di tutta questa merda!”. Quando era ancora ministro della Cultura di Mosca e non il capo della delegazione russa nei negoziati con l’Ucraina, Vladimir Medinsky commentò con queste parole alcune delle opere esposte al Centre Pompidou di Parigi, che il museo d’arte moderna e contemporanea più importante di Francia aveva acquisito da fondazioni, donatori e collezionisti privati per mettere in piedi tra il 2015 e il 2016 la mostra “Kollektsia! Art contemporain en URSS et en Russie 1950-2000”. Tra le opere che scossero Medinsky spiccava in particolare una fotografia del duo moscovita Blue Noses, risalente al 2005, dove due soldati dell’esercito russo si baciano appassionatamente in una foresta di betulle. All’epoca, l’esposizione riscosse un successo eclatante, a conferma della proficua relazione artistico-culturale tra Francia e Russia (in questo senso, si pensi anche recenti mostre organizzate alla Fondation Louis Vuitton con protagoniste le collezioni Shchukin e Morozov). E nessuno si fece troppe domande sulla fondazione russa di proprietà di un oligarca di obbedienza putiniana che aveva offerto al Pompidou la maggior parte delle opere, 250, e che aveva finanziato, tra le altre cose, il catalogo della mostra, oltre che il trasporto delle opere da Mosca alla capitale parigina. 


Ma oggi, nel contesto della guerra in Ucraina, tutto è visto con una prospettiva diversa e ci si affanna a prendere le distanze dall’oligarca vicino a Putin a cui un tempo si stendevano i tappeti rossi: stiamo parlando di Vladimir Potanin, seconda fortuna di Russia secondo Forbes, proprietario del gigante minerario Norilsk Nickel, ossia il primo produttore mondiale di nichel e palladio, oltre che vice premier sotto la presidenza di Boris Eltsin tra il 1996 e il 1997.  “L’ombra di un oligarca russo sul Centre Pompidou” è il titolo dell’inchiesta del Monde dedicata al grande imbarazzo regnante nel mondo dell’arte francese da quando è emerso che il Centre Pompidou ha ricevuto un finanziamento di 1,3 milioni di euro da parte della Fondazione Potanin. “Quando la Fondazione ci ha contattato, nel 2015, abbiamo consultato i servizi diplomatici, che ci hanno dato il via libera”, si difende oggi Bernard Blistène, direttore del Museo nazionale d’arte moderna al Centre Pompidou dal 2013 al 2021. “Diversi oligarchi provenienti da paesi dell’ex Urss si sono proposti come mecenati: fatta eccezione per Potanin, nulla è andato in porto”, ha aggiunto Nicolas Liucci-Goutnikov, che fu il commissario dell’esposizione “Kollektsia!”. Sollecitato dal Monde, il Pompidou ha confermato che l’oligarca vicino a Putin ha versato 604 mila euro per l’allestimento della mostra nel 2016. E “di un’altra parte del budget, di cui ignoriamo l’entità, si è fatta direttamente carico la fondazione”, viene precisato dal museo. A partire dal 2016, i legami tra l’istituzione parigina progettata da Renzo Piano e la fondazione di Potanin si intensificano: vengono organizzati cicli di conferenze, cofinanziate pubblicazioni e lanciati programmi di scambio per giovani creatori. Alla cifra di 1,3 milioni di euro evocata dal Monde, dovevano aggiungersi altri 586 mila euro in autunno. Ma “il versamento di questa somma è stato sospeso, così come l’insieme del programma, tenuto conto della situazione in Ucraina”, si giustificano dalle parti di Beaubourg, dal nome della strada in cui svetta il Pompidou. Il 23 marzo 2017, l’ambasciatore francese a Mosca, Jean-Maurice Ripert, ha decorato Potanin con la Legion d’onore, “in segno di riconoscimento per i sentimenti di amicizia dimostrati verso la Franca” attraverso “Kollektsia!”. 


Potanin è uno dei pochi oligarchi russi a essere stato risparmiato dalle sanzioni Ue, grazie alla guerra si è arricchito ancora di più in ragione dell’aumento dei prezzi delle materie prime (dunque anche nichel e palladio), e pochi giorni fa si è riappropriato in saldo di Rosbank, gruppo bancario che aveva venduto per oltre quattro miliardi alla francese Société Générale. Con il sostegno della Caisse des dépôts francese, ha edificato Rosa Khutor, complesso sciistico che ha ospitato i Giochi olimpici invernali di Sochi nel 2014. Ogni 3 gennaio festeggia il suo compleanno a Courchevel, località très chic della Savoia. Ma il prossimo anno potrebbe essere persona non grata. 

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