(foto di Ansa)

di cosa parlare stasera a cena

Armi e supporto alla Moldavia: l'Unione europea sta diventando grande

Giuseppe de Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Sergio Mattarella lo ripete quasi ogni giorno. E la frequenza delle sue puntualizzazioni ci fa capire quanto sia utile tenere fermi i punti importanti dell’impegno italiano in Europa e nel mondo per contribuire al mantenimento della libertà e della democrazia. Perché queste sono le questioni in ballo in queste settimane e forse è perché qualcuno capisce quanto il momento sia grave che certi comportamenti della comunicazione politica e del giornalismo schierato danno particolarmente fastidio e quelli che in altri momenti sarebbero simpatici contributi al pluralismo o alla ricerca di opinioni molto laterali ora diventano qualcosa di molto fastidioso e preoccupante. Ma lasciamo perdere e torniamo all’Ue per ragionare, anche a cena, su una giornata caratterizzata da decisioni e da frenate, con le prime più importanti delle seconde.

 

Ci sono le parole di Charles Michel sul rafforzamento del sostegno materiale, con forniture di armi e supporto tecnico, alla Moldavia. E c’è Ursula von der Leyen e il suo uso della parola “vittoria”, cioè della dichiarazione di un obiettivo strategico per l’Ue. In entrambi i casi si tratta di scelte che portano l’Ue verso un ruolo maggiore e verso la capacità di agire come una grande entità politica sulla scena mondiale, in grado di assicurare un futuro anche all’Ucraina da accogliere nell’Ue. Ma per l’approvazione dell’intero pacchetto di nuove sanzioni, a partire dal fermo dell’import di petrolio russo (ah, ce n’è anche per il patriarca Kirill) serviranno uno o più giorni ancora, i paesi hanno chiesto di poter approfondire i vari meccanismi. È un normale caso di farraginosità delle decisioni europee, con qualche ruolo per la riluttante Ungheria, sempre più invischiata nelle sue reti putiniane.

 

Le tre "cose" principali

 

Fatto #1

Mentre è fuori discussione che Joe Biden sappia parlare direttamente e senza infingimenti delle questioni militari e dell’impegno americano a sostegno dell’Ucraina. Tutto è mostrato, anche le visite, fatte con orgoglio, alle fabbriche di armi. E intanto nomina il nuovo capo delle forze Usa in Europa.

 

Fatto #2

Arrivano dati più accurati, e tragici, sul bombardamento russo contro chi si era rifugiato nel teatro di Mariupol. I morti accertati sono 600 (uno dei personaggi dell’osceno talk show italiano, Donatella Di Cesare, aveva definito “una frottola” le prime ma già documentate notizie su quell’eccidio, senza mai correggere pubblicamente le sue affermazioni.

 

Fatti #3

Beppe Grillo e Beppe Conte da una parte, Matteo Salvini per conto suo ma neanche troppo. Sono le ormai note pressioni sul governo, con un’evidente ostilità verso Mario Draghi. Ma, se il disegno dei 5 stelle è legato solo al desiderio di annientamento politico con cui Grillo vuole chiudere la legislatura in cui più ha pesato nella storia, è il disegno di Salvini ad avere qualcosa di misterioso. Perché il leader leghista non penserà certo a riproporre un accordo come quello del Conte 1, per il quale non ci saranno mai più i numeri in nessun parlamento del mondo, ma agisce come se non facesse più parte di un’alleanza, seppure malandata, come il centrodestra. Per ora gli altri glissano, ma le mosse pacifiste tendenza Santoro & altri della Pace proibita proprio non si possono conciliare con l’azione politica di Forza Italia o anche di FdI. Insomma, non stiamo parlando di un accerto diverso sul catasto o sulla flat tax, ma di scelte di campo in grado di segnare il futuro del paese e, stranamente, Salvini ha scelto proprio il terreno delle alleanze e degli schieramenti mondiali per portare il suo attacco a governo e maggioranza (di cui fa parte), passando, in poche ore, dall’esaltazione nostalgica di Donald Trump alla ripresa delle parole del cardinale segretario di stato Pietro Parolin. Conte, invece, va a toccare, si direbbe orsinianamente, uno dei tasti preferiti dalla propaganda bellica russa e cioè il timore assoluto che si dovrebbe avere di una potenza nucleare, tanto da ritenersi non in grado di imporre ad essa alcuna forma di contrasto militare. Ora, qui saremo un po’ fissati, ma l’equilibrio nucleare e la deterrenza reciproca, sono tali perché creano le condizioni per impedire l’uso propagandistico del terrore atomico. altrimenti, come si potrebbe replicare a queste provocazioni di confine?

 

Oggi in pillole

 

  • Che poi, almeno, i 5 stelle, se proprio costretti, i putiniani dichiarati e provocatori ci provano a mandarli via. Anche se la vicenda del presidente della commissione esteri Vito Petrocelli abbarbicato al suo incarico resta grottesca.
  • Il progetto degli occhiali intelligenti e connessi va avanti, tra Mark Zuckerberg e Leonardo Del Vecchio c’è stato un altro proficuo incontro milanese.
  • La maglia che stava vicino, sotto, alla mano di Maradona è andata all’asta.