Se un giovane russo

Putin voleva far tornare la Nato al 1997, sta portando i russi indietro di trent'anni 

Daniele Raineri

Google non vende più spazi pubblicitari ai siti russi. Si fermano Apple, Samsung, Dell, Cisco, Microsoft, Coca-Cola e Pepsi. McDonald’s chiude e le compagnie aeree russe non possono più sorvolare i paesi europei. Mosca è sconnessa dal resto del mondo

Sei un russo nato dopo il 1997. Il tuo presidente, Vladimir Putin, dichiara guerra all’Ucraina e bombarda le città ucraine. Una legge appena approvata ti impedisce di criticare la guerra sui social o altrove. Anzi, ti impedisce proprio di usare parole come “guerra” o “invasione” oppure “pace”. Rischi fino a quindici anni di carcere. Puoi usare soltanto la definizione “operazione militare speciale”. Però i posti dove usarla sono sempre meno. Da ieri non puoi più aprire Instagram, che in Russia ha (aveva) ottanta milioni di utenti. La stragrande maggioranza degli utenti russi seguiva anche account stranieri, quindi quella finestra sull’esterno si è chiusa. Per gli influencer russi che monetizzavano la loro fama è la fine degli affari. Ieri Sonia Plotnikova, figlia di un parlamentare russo putinista, ha scritto un post su Instagram per dire che “le sanzioni avranno il solo effetto di rendere i russi più patriottici”, ma lo ha scritto da Dubai. Instagram è finito e anche Facebook e Twitter non ci sono più, per decisione del governo (e le Vpn costano e chiedono soldi dall’estero). In altri casi sono le compagnie occidentali a ritirarsi dallo spazio russo come protesta per l’aggressione armata contro gli ucraini. Amazon non c’è più. Netflix non c’è più. Amazon Prime non c’è più. Pornhub non c’è più.

 

Google non vende più spazi pubblicitari ai siti russi – e questo pregiudica la loro sopravvivenza. Apple ha fermato la vendita dei suoi prodotti e così anche Samsung, Dell, Cisco e Microsoft. Coca-Cola ha sospeso le vendite e anche Pepsi. McDonald’s ha fermato i suoi 850 ristoranti, ma continua a pagare i dipendenti. I due canali di musica streaming più popolari, Vk Music e Yandex, non hanno più le novità degli artisti occidentali. PayPal, il servizio di pagamento online che permette di fare acquisti a distanza, è bloccato e quindi anche molti negozi online russi. E sono fermi anche altri servizi che permettevano di trasferire denaro come Wise, Remitly, Transfergo e Zepz – molto usati dai russi che lavorano all’estero per mandare denaro alle famiglie. Visa, Mastercard e American Express hanno posto limitazioni dure all’uso delle proprie carte. Se sei all’estero: non puoi prelevare soldi da un conto in Russia. Se sei in Russia con una carta presa fuori: non funziona. In pratica si viaggia dentro e fuori con i contanti. Non che viaggiare sia semplice.

 

Le compagnie aeree russe non possono più sorvolare i paesi europei. Inoltre non sono proprietarie di tutti gli aerei che usano, ne hanno 500 in leasing da paesi europei che ora li rivogliono indietro.  Il governo ha scritto una legge per nazionalizzare gli aerei in leasing, ma non vale per il diritto internazionale. Se uno degli aeroplani “nazionalizzati” atterra fuori dalla Russia sarà confiscato. Tutto questo mondo di transazioni e viaggi è lontano anche per un motivo generale: prima dell’inizio della guerra il 24 febbraio ci volevano novanta rubli per comprare un euro, adesso ce ne vogliono centoquarantaquattro perché il governo non riesce a ripagare i debiti internazionali e sta facendo default. E’ un paese diverso rispetto a venti giorni fa. Putin ha imposto come condizione per la pace che la Nato ritorni al 1997 e quindi cacci fuori i paesi dell’est che aderirono dopo quell’anno. Di fatto, è la Russia sconnessa dal resto del mondo che sta tornando a prima del 1997.

  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)