(foto Ansa)

la crisi ucraina

Di Maio vede Lavrov. "C'è disponibilità a trovare una soluzione diplomatica"

Micol Flammini

"Evitare le sanzioni. La risposta sarà unitaria a livello europeo", ha detto il ministro degli Esteri in visita a Mosca. Le forze filorusse bombardano un asilo nel Donbass

Durante la notte gli Stati Uniti hanno detto che l’annuncio del ritiro delle truppe russe dai confini ucraini è falso e che anzi Mosca sta mandando altri soldati. Nonostante questo Sergei Lavrov, ministero degli Esteri russo, in conferenza stampa con il suo omologo italiano Luigi Di Maio, ha detto che “l’escalation esiste soltanto nella testa e sui media americani e britannici”. Di Maio, in visita a Mosca dopo essere stato a Kiev, ha chiesto una valutazione russa su come risolvere la situazione con l’Ucraina, ha invitato Lavrov a contare sull’Italia per una soluzione diplomatica. Lavrov ha ripetuto quello che ha detto anche al fianco di altri suoi colleghi occidentali: che non è la Russia ad alimentare le tensioni, che c’è un tentativo ingannevole di scaricare la colpa sulla Russia, che si tratta di una tattica che Mosca conosce bene, ma che non avrà successo. Lavrov ha annunciato che oggi la Russia invierà agli Stati Uniti la risposta alle proposte americane sulla sicurezza, “sarà resa pubblica perché crediamo indispensabile che le persone possano avere un’idea precisa di cosa sta accadendo”. La volontà di renderla pubblica è anche questa una risposta agli Stati Uniti e di ostentare trasparenza: quando fu Washington a mandare le sue risposte a Mosca disse che non sarebbero state pubblicate. 

I due ministri hanno affermato che la volontà di andare avanti per la strada diplomatica c’è, Di Maio ha fatto sapere che “con il ministro Lavrov stiamo coordinando la data di un incontro tra Draghi e Putin”. Il presidente russo aveva invitato Mario Draghi per una visita a Mosca. Il titolare della Farnesina ha anche detto: “Alla luce di quanto mi è stato riferito martedì a Kiev dal ministro Kuleba e oggi da Lavrov, c’è la disponibilità da entrambe le parti a trovare una soluzione diplomatica”. L’Italia è tra i paesi impegnati per raggiungere questo obiettivo, ha detto il ministro: “Lavorare tutti insieme per una soluzione diplomatica significa evitare le sanzioni”.

Sull’argomento, Lavrov ha fatto leva sul rapporto tra Russia e Italia, la stretta relazione economica che lega i paesi e che secondo altri partner europei renderebbe Roma troppo morbida nei confronti di Mosca. “Le sanzioni non possono essere varate se un paese sarà contrario – ha detto Lavrov – non credo che l’Italia sia interessata a fomentare la tensioni …vediamo che l’Italia segue la tradizione della sua diplomazia: non minacciare, non promettere punizioni, ma cercare soluzioni”. Lavrov la scorsa settimana aveva polemizzato sul fatto che i paesi dell’Ue avevano risposto con un’unica lettera alle domande che Mosca aveva mandato ai ventisette paesi. Lavrov avrebbe voluto ventisette risposte differenti e Di Maio ha risposto: “Il principio dell'indivisibilità della sicurezza è un principio che abbiamo sempre sostenuto e continuiamo a sostenere in ambito europeo e in ragione di questo principio abbiamo deciso di dare una risposta unitaria”. 

Mentre i paesi coinvolti dicono di volere una soluzione diplomatica, ai confini dell'Ucraina la soluzione non è migliorata. Per gli Stati Uniti non c’è stato il ritiro delle truppe promesso, Lavrov ha detto che per una ritirata ci vuole tempo. Questa mattina le forze filorusse hanno bombardato un asilo sulla linea controllata dall’Ucraina nella zona di Lugansk. Per ora ci sono due feriti. Il bombardamento è arrivato nel bel mezzo di un incremento sui media russi e dei separatisti di notizie che parlano di provocazioni ucraine. La paura è che queste azioni possano contribuire a creare un pretesto per Mosca per lanciare un attacco. Gli Stati Uniti hanno più volte denunciato il rischio di false flag operation, operazioni di sabotaggio che creino il pretesto per un’invasione.

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  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.