Foto LaPresse 

A Milano

A lezione da Katalin Karikó

La “pioniera dell'mRna” di BioNTech riceve la laurea honoris causa all'Humanitas University. Ci dice che gli allarmismi su Omicron sono speculazioni. Più ci si vaccina meno il virus potrà mutare. E i No vax? Alcuni sono convincibili, con l'educazione

Paola Peduzzi

“Quando arrivò la variante Delta, molti corsero a vaccinarsi. Perché più gente si vaccina, meno possibilità ci sono che il virus muti"

Gli scienziati sudafricani stanno studiando la variante Omicron del coronavirus, dicono che “probabilmente questa mutazione si diffonde più velocemente, presenta diversi sintomi, ma per il momento non è stato detto che è più mortale”, spiega al Foglio Katalin Karikó, scienziata di BioNTech conosciuta come “la pioniera dell’Rna messaggero”. “Per il momento” è un’espressione che ricorre spesso in questa conversazione: Karikó, che è in Italia per la prima volta (“chissà perché non sono venuta prima, avrò avuto degli esperimenti da fare”) ospite dell’Humanitas University che le ha conferito la laurea honoris causa, specifica sempre che ci sono le analisi nei laboratori e poi c’è “la vita reale”. Non ci si deve confondere, e non si deve andare di fretta.

“Il Mit di Harvard sta studiando tutte le mutazioni e per il momento dice che i vaccini e i medicinali che ci proteggono dal virus sono efficaci – dice Karikó – Ma questa è una previsione, bisogna aspettare i dati reali, bisogna vedere se chi è vaccinato si ammala, se chi non è vaccinato si ammala di più”. Tutto quel che sentiamo ora, gli allarmisti e i cauti, chi dice che i vaccini non sono efficaci e chi dice che lo sono, ogni cosa “è speculazione”. “Ogni volta che c’è una mutazione – dice Karikó – viene generato uno ‘pseudovirus’, un virus che presenta sulla superficie la nuova variante. Poi si prendono dei campioni di sangue di persone vaccinate e si vede se riescono a neutralizzare e inibire l’infezione. Questo procedimento si fa in vitro, ed è relativamente veloce. Ma  non è la vita reale. Per arrivare a dire che la protezione dei vaccini è reale, devi studiare le persone, ognuna delle quali ha una propria storia, è vaccinata oppure no, e ogni volta devi capire e studiare la reazione. Non c’è nulla di bianco e nero”. Quindi quando il dottor Fauci, lo scienziato che lavora alla Casa Bianca, dice che questa mutazione potrebbe rendere inefficaci i vaccini, sta facendo soltanto una previsione? “Sì, al momento non lo sappiamo”. Certo, aumentare l’allerta può essere uno stimolo alla vaccinazione: “Quando arrivò la variante Delta – ricorda la scienziata – molti corsero a vaccinarsi. Perché più gente si vaccina, meno possibilità ci sono che il virus muti. Il giorno che abbiamo capito e visto che i vaccini mRna erano efficaci e molto veloci da sviluppare, ecco quello è stato un giorno orrendo per questo virus e per molti altri virus, che avranno iniziato a preoccuparsi: e adesso cosa facciamo, non abbiamo futuro!”.

Karikó ha dedicato la sua vita allo studio dell’mRna, ha avuto molte, moltissime delusioni, come ha raccontato agli studenti inaugurando l’anno accademico dell’Humanitas University. Ha  spiegato, commuovendosi, quanta determinazione ci vuole per non farsi annientare dai fallimenti. Ma è anche comprensiva nei confronti di chi esita a vaccinarsi perché vuole sapere meglio e in modo comprensibile come funzionano i vaccini. Karikó dice che ci sono i No vax ideologici, che hanno “una propria agenda contro i vaccini”: questi non sono convincibili, anzi, non bisogna nemmeno perderci del tempo. Bisogna invece convincere chi è preoccupato perché non sa.

“Questo è il lavoro che facciamo noi”, dice Karikó, “vedete quanti modi diversi trovo per spiegare la stessa cosa, per semplificare? Questo è l’unico modo per aumentare il numero delle persone che si vaccinano. Abbiamo molto lavoro da fare, perché nessuno sa davvero che cosa fa uno scienziato, che cosa vede e che cosa studia”. Dopo un anno che non parliamo d’altro che di vaccini, sembra strano che ci sia ancora un’educazione da fare, ma Karikó dice che non bisogna stancarsi di spiegare quanto sia importante vaccinarsi, concentrandosi su chi ha “un bisogno genuino” di sapere per sentirsi sicuro. Il ritardo c’è: “All’inizio, nelle televisioni c’erano quasi soltanto i No vax: noi eravamo ancora troppo impegnati a sviluppare e produrre vaccini, avevamo un sacco di lavoro, non avevamo tempo per questo tipo di educazione”. Karikó cita un No vax famoso in Germania, Sucharit Bhakdi, che all’inizio diceva che il virus non esisteva – “diceva: voi lo vedete il virus? Non c’è” – e poi quando sono stati sviluppati i vaccini, s’è messo a dire che non funzionavano. “Lo guardavo in tv e pensavo: quanto è sicuro di sé. Noi siamo qui a dover trovare tanti modi diversi per provare a convincere le persone, e invece lui ha un atteggiamento così assertivo: non capisco il tedesco, guardavo solo il suo modo di porsi, la calma con cui diceva cose stupide”.  

Raccontando gli inconvincibili, anzi quelli che generano scetticismo, Karikó ribalta il complottismo sugli interessi di Big Pharma: “Uno studio americano ha analizzato i No vax più influenti e ha scoperto che la maggioranza di loro ha sempre qualcosa da vendere. Ha un interesse finanziario”. Che cosa vendono? “Food supplement”, integratori, complementi alimentari, “che non hanno bisogno di permessi e verifiche. Puoi dire che se prendi questo integratore e lo compri da me, immediatamente guarirai”. Karikó non vende promesse, guarda la “vita reale”, ripete che più si è vaccinati meno mutazioni ci saranno, dice che più anticorpi ci sono in ognuno di noi più si è protetti, “certi vaccini tengono molto alti gli anticorpi”, ma bisogna studiare, controllare, verificare, “e ricordare che  non ti vaccini soltanto per te stesso, che stai bene, ma per non infettare gli altri che non sono ancora protetti”. Ti vaccini nell’interesse anche degli altri, la scienza a questo serve, a proteggerci tutti.

Nel suo discorso agli studenti Karikó ha dato qualche consiglio, ha parlato del piacere della scoperta, della fatica della scoperta, della curiosità, dello stress che può essere buono quando diventa determinazione. Alle studentesse ha detto che non esiste la scelta tra carriera e figli, “trovate un marito che sostenga i vostri sogni”, e ha ricordato di aver imparato da sua figlia a scrivere lettere per dire: grazie, mi hai insegnato qualcosa. Davvero non ha imparato il tedesco in tutti questi anni in Germania? “Non ho tempo per imparare il tedesco”, dice Karikó, lei che ha dedicato il suo tempo soltanto all’mRna: è più di trent’anni che lo studia, la prova vivente contro i  complottisti che ancora dicono che non ci si può fidare, questa è una tecnologia nuova.

Di più su questi argomenti:
  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi