(Photo by ALAIN JOCARD / AFP)

Editoriali

Il “contratto” di cittadinanza di Macron

Redazione

Parigi vuole mobilitare i giovani perché entrino nel mondo del lavoro

Il capo dello stato francese, Emmanuel Macron, ha lanciato ieri il Contratto di impegno per i giovani rivolto a tutti coloro che hanno meno di venticinque anni e si trovano senza lavoro o non seguono alcuna formazione. A partire dal 1° marzo, i giovani che rientrano in questa categoria potranno seguire ogni settimana tra le 15 e le 20 ore di formazione o di assistenza all’ingresso nel mondo del lavoro.

 

Gli stessi potranno inoltre beneficiare di un sussidio statale che può arrivare fino a 500 euro, ma a condizione di partecipare assiduamente alle formazioni proposte e di accettare le offerte di lavoro ricevute. “Si tratta di una misura semplice: impegno, assiduità, motivazione e uno stato che vi accompagna”, ha scritto l’inquilino dell’Eliseo su Facebook, illustrando le linee guida del Contrat Engagement Jeune, prima di aggiungere: “Centinaia di posti di lavoro sono disponibili in tutta la Francia. Stato, aziende, comunità e associazioni: con questo dispositivo tutti si mobiliteranno per consentirvi di accedere”.

L’iniziativa, anticipata lo scorso 12 luglio, è volta ad aiutare i giovani “senza risorse e senza prospettive”, ha precisato Macron. Al termine “revenu”, il presidente francese ha preferito “contrat”, non una sfumatura di poco conto, perché l’obiettivo è quello di avvicinare i giovani al lavoro e non di allontanarli, come accade con l’attuale Reddito di cittadinanza italiano. Il contratto tra Macron e i giovani diluirà i numerosi dispositivi esistenti all’interno di un unico quadro comune. “Gli attuali dispositivi da un lato sono efficaci, dall’altro sono limitati. Non puntano a sufficienza sull’avviamento dei giovani al lavoro”, ha spiegato il presidente francese. Il nuovo contratto, ostile alla logica sussidiaria, coinvolgerà tra i 400 mila e i 600 mila giovani.

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