Ecco l'asse No Green pass di Borghi & Co con i cugini francesi

Mauro Zanon

Nelle piazze italiane si guarda alla folla anti vaccini-giletgiallista che manifesta da mesi in Francia. E tra i parlamentari leghisti e il leader nazionalista Florian Philippot si fa spazio l'idea di un fronte transnazionale di “popoli solidali contro l’infamia” 

“Anche Florian Philippot, l’organizzatore della manifestazione di Parigi di sabato sarà in Piazza del Popolo domani sera. Il domino è ormai partito, proviamo a fermarlo prima che sia tardi. #NoGreenPassObbligatorio”, twittò lo scorso 27 luglio Claudio Borghi, deputato e alfiere dell’ala sovranista della Lega, in sollucchero per l’arrivo in Italia dell’ex braccio destro di Marine Le Pen, presidente del Rassemblement national. Quattro giorni dopo, sempre dal pulpito twitteriano, postò il video di un raduno organizzato dall’autoproclamato leader dei No Green pass francesi, chiamandolo “l’amico Philippot”. Il 7 agosto, nel caso in cui qualcuno non lo avesse ancora capito, indicò l’attuale leader del micropartito Les Patriotes come l’alleato perfetto per la Lega: “Quando dico che dobbiamo fare asse con i francesi (ma quelli giusti)… grazie a Florian Philippot per il pensiero. #manif7août” (nel video si sente Philippot che arringa i presenti, affermando che anche il “peuple italien” si sta ribellando e urlando in italiano “Libertà, libertà, libertà!”).

 

 

La “french connection” di Claudio Borghi, Alberto Bagnai, Armando Siri e degli altri leghisti che sbraitano contro il green pass e flirtano con i no vax per ragioni elettorali è guidata, da quest’estate, dall’ex vicepresidente del fu Front national (oggi Rassemblement national), a capo di una formazione da zero virgola, ma che sta provando a rifarsi una verginità politica e a pesare nel dibattito per le presidenziali aizzando la folla anti vaccini-giletgiallista francese. È stato “un gruppo di parlamentari”, come annunciato dallo stesso Philippot in un tweet, a invitarlo a Piazza del Popolo a Roma, lo scorso 28 luglio, al sit-in anti green pass obbligatorio, appuntamento al quale ha potuto partecipare utilizzando un green pass (sic!). Ed è facile immaginare che quel gruppo sia lo stesso che ora lo incensa e punta assieme a lui a instaurare un asse transnazionale di “popoli solidali contro l’infamia”, (Philippot dixit), dove per infamia si intende il green pass.

 

Il presidente dei Patriotes, paladino della Frexit tanto quanto la premiata ditta Borghi & Bagnai lo è dell’Italexit, non è l’unico punto di riferimento francese che scalda i cuori dei no green pass italiani. C’è anche Fabrice Di Vizio, avvocato pressoché sconosciuto prima della pandemia, complottista, che nel suo carnet di clienti vanta Didier Raoult, il controverso medico marsigliese pro-clorochina, e in Italia viene spesso citato come maître à penser dalla piattaforma Byoblu di Claudio Messora e da altre celebri fornaci di fake news. A “Touche pas à mon poste”, trasmissione di infotainement francese che fa ogni giorno record di ascolti sul canale C8, Di Vizio, che è iscritto all’albo degli avvocati di Parigi e di Roma (ha vissuto cinque anni nella capitale italiana), fa spesso parlare di sé per i suoi modi cialtroneschi e le sue urla contro chi difende l’utilità del green pass per uscire dalla crisi sanitaria (la stragrande maggioranza dei francesi, che usa la ragione, ha accolto l’appello alla responsabilità di Macron, vaccinandosi in massa.

 

Di Vizio dice di vivere in una “tirannia”, in un paese che pratica la “segregazione”, dove il “re Macron” ha regole diverse rispetto agli altri cittadini. Philippot lo ha assoldato come tribuno alle sue manifestazioni, assieme a Francis Lalanne, ex cantante popolare di successo, oggi fiancheggiatore dei cospirazionisti no vax. Ieri sera, Philippot, ha manifestato la sua “solidarietà” a Di Vizio che, non avendo il green pass, non ha potuto accedere allo studio di “Touche pas à mon poste”, ed era dunque in collegamento da un marciapiede. Il presidente dei Patriotes ha detto che farà lo stesso giovedì, perché, non essendo in possesso del green pass, non potrà essere presente nello studio del programma “Balance ton poste”. Eccoli qui i nuovi cialtroni di Francia, eccola qui la “french connection” di Borghi & Co.   

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