La Costituzione tedesca rimane così com'è: con la razza e senza bambini

Daniel Mosseri

Cancellare il termine "razza" può indebolire il principio che s'intende difendere, riconoscere maggiori tutele per i bambini può discriminare altri gruppi anagrafici. Nel dibattito sulla modifica della Carta fondamentale per la Germania trionfa il pragmatismo

Dopo una lunga riflessione trasversale la Germania tiene la razza dentro e lascia i bambini fuori dalla Costituzione. A gennaio del 2021 i due partiti della grande coalizione, la Cdu di Angela Merkel e la Spd del vicecancelliere Olaf Scholz, avevano trovato un’intesa di massima con i Verdi e il Partito liberale per modificare la Legge fondamentale del 1949

 
Due i temi affrontati: il rafforzamento dei diritti dei bambini e la cancellazione dal testo costituzionale del termine “razza”Una parola oggi considerata tanto oscena quanto priva di basi scientifiche – la razza è una sola, quella umana – che appare all’articolo 3 della Legge fondamentale tedesca, proprio come accade nella Costituzione italiana. Se la nostra assicura “pari dignità sociale” e l’eguaglianza davanti alla legge per tutti i cittadini “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, la Carta dei tedeschi stabilisce che “nessuno può essere discriminato o favorito per il suo sesso, per la sua nascita, per la sua razza, per la sua lingua, per la sua nazionalità o provenienza, per la sua fede, per le sue opinioni religiose o politiche”. E molto esplicitamente aggiunge: “Nessuno può essere discriminato a causa di un suo handicap”. Articoli paralleli, pensati dal legislatore post-bellico per rimediare agli orrori e alle discriminazioni dettate per legge dai regimi nazista e fascista. Come osserva il Rheinische Post, “nel 1949 i padri e le madri della Costituzione difficilmente avrebbero potuto immaginare che la loro netta presa di distanza dal nazionalsocialismo potesse un giorno essere percepita come un problema”. Ma la political correctness non conosce limiti né frequenta le fonti storiche del diritto costituzionale.

Così fra novembre 2020 e marzo 2021 il ministro degli Interni Horst Seehofer (Cdu) e la sua collega alla Giustizia Christine Lambrecht (Spd) avevano concordato di sostituire il termine razza con l’espressione “per motivi razzisti”. L’intesa è stata invece silurata dal consigliere giuridico della Cdu, Ansgar Heveling. Il giurista ha ricordato al partito la recente parziale bocciatura della legge sulla protezione del clima da parte della Corte costituzionale. Nella sua pronuncia la Corte di Karlsruhe ha ricordato al legislatore che “ogni modifica alla Costituzione apre la porta a nuove interpretazioni della Costituzione”. Ed è forse meglio tenersi un testo lessicalmente perfettibile ma che funziona bene anziché avventurarsi oggi verso nuovi lidi giuridici con il rischio domani di vedere indebolito, reinterpretato o compresso il principio che si vuole difendere


Per i bambini la storia è diversa: la pandemia ha messo a nudo la crescente sofferenza psicologica di milioni di piccoli cittadini, privati della scuola e di una vita normale. Menzionare i bambini nella Legge fondamentale è sembrato dunque naturale: ma se la Cdu non era contraria a una semplice menzione, Verdi, Spd e, a quanto riferisce ancora la Rheinische Post, anche i Liberali, chiedevano più tutele da parte dello stato. Una richiesta respinta dalla Cdu per due ordini di motivi. Il primo: privilegiare i diritti dei bambini vorrebbe dire comprimere quelli dei genitori, aumentando le responsabilità delle autorità. Il secondo: concedere più garanzie ai bambini potrebbe configurare una discriminazione nei confronti di altri gruppi anagrafici, che a loro volta potrebbero reclamare maggiori tutele riconosciute per legge. I diritti fondamentali, invece, sono garantiti a tutti gli individui, senza distinzione di sesso, di razza, di età.

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