Bellingcat scova altre vittime della squadra degli avvelenatori dell'Fsb
Attivisti, politici e giornalisti, il lavoro della poison squad che avrebbe cercato di uccidere Navalny dura da tempo. Una nuova inchiesta cerca di unire tutti i punti
Il sito di inchiesta Bellingcat, assieme ai russi di Insider e allo Spiegel, dopo aver scoperto tutte le connessioni tra l’Fsb e l’avvelenamento di Alexei Navalny, ha continuato a unire i puntini e a seguire a ritroso i servizi di sicurezza fino a trovare delle possibili relazioni fra tre persone morte negli anni passati e gli stessi agenti, la “poison squad” che per anni ha seguito il volto più noto dell’opposizione russa. I giornalisti hanno trovato prove che collegano i servizi federali alla morte del giornalista Timur Kuashev, del politico Nikita Isayev e dell’attivista Ruslan Magomedragimov, in contesti ancora pieni di dubbi, ma che mostrerebbero quanto sia radicata all’interno dell’Fsb la pratica di eliminare voci contrarie al Cremlino.
Kuashev è stato trovato morto nella città di Nachik il primo agosto del 2014. Un segno di siringa è stato trovato sotto l’ascella, contusioni e abrasioni sul volto e sulle ginocchia. Secondo Bellingcat, gli agenti legati all’avvelenamento di Navalny, Konstantin Kudryavtsev, Ivan Osipov, Denis Machikin e Roman Matyushin, avrebbero seguito Kuashev: nel periodo della sua morte si trovavano nei pressi di Nachik e tutti per tornare, ritardarono di un giorno il loro biglietto per Mosca.
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- Micol Flammini
Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.