Che cosa scrive Orbán sul nuovo social similFacebook che si chiama “tamburo”
I sospetti su Hundub e l'organizzazione dell'orbanismo, più metodico del putinismo
Dopo l'ossessione per la stampa, la fondazione di un'agenzia in lingua inglese, il premier ungherese potrebbe avere un nuovo interesse, che preoccupa molto l'opposizione
Se l’ispirazione per la democrazia illiberale Viktor Orbán l’ha avuta guardando e studiando Vladimir Putin, ci sono però questioni sulle quali Orbán sembra addirittura superare il capostipite degli illiberali. In dieci anni l’orbanismo ha dimostrato di essere ben più organizzato del putinismo, di averlo anche anticipato in certe derive. L’orbanismo è più capillare, più ideologico, più metodico. L’Ungheria è senz’altro un paese più piccolo della Russia e più semplice da strutturare, ma Orbán è stato molto veloce e abile a costruire la sua democrazia su misura, e vien da chiedere dove sarebbe ora l’Ungheria se non fosse un paese dell’Ue. Basti guardare al modo in cui ha deciso di sfinire il pluralismo nel suo paese. la prima mossa è stata quella di far comprare a suoi amici, ex compagni di scuola, miliardari vicini al suo partito Fidesz, alcune delle testate più importanti del paese. Questo accade anche in Russia, ma in Ungheria Orbán è poi riuscito a fare di tutta l’informazione ungherese un grande show dell’orbanismo, mettendo in un unico gruppo circa cinquecento testate tra emittenti, giornali, siti, radio, per un valore di 88 milioni di euro.
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- Micol Flammini
Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.