I servizi (non più) segreti di Mosca, senza spie e con troppi mercenari

“Vengono colti in flagrante ma non ne hanno paura, questo ha fornito al Cremlino una specie di protezione”. Le spie vere non vogliono essere scoperte, questi nuovi agenti invece non si curano di essere smascherati

Micol Flammini

Da Salisbury a Navalny, la teoria di due giornalisti russi per spiegare come, anziché alzare il livello di sicurezza delle proprie agenzie di intelligence, Mosca avrebbe deciso di eliminarlo

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  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.