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Roma. La prima regola che avremmo dovuto imparare ormai, visti gli errori pregressi, è che quando si tratta di Corea del nord non bisogna mai fidarsi di una notizia con una sola fonte. Da ieri circolano insistentemente voci sullo stato di salute del leader nordcoreano Kim Jong Un, ma nessuno di queste può essere verificata direttamente, anzi, sia la Cina sia la Corea del sud smentiscono situazioni “anomale” dentro alla leadership di Pyongyang. Il primo a lanciare la bomba sulle “gravissimi condizioni” di Kim Jong un è stato il Daily Nk, un giornale online sudcoreano che fa propaganda anti regime. Una sola fonte nordcoreana spiegava che Kim aveva subito un intervento al cuore in una clinica esclusiva in un’area fuori dalla capitale. Nelle stesse ore cinque giornalisti della Cnn hanno firmato un articolo con due diverse fonti dell’intelligence americana che dicevano: stiamo monitorando la situazione e cercando informazioni sulla salute di Kim Jong Un. Un po’ vago, no? Bruce Klingner, ex capo della Cia in Corea, ha scritto su Twitter che l’articolo della Cnn dimostra che non c’è alcuna notizia sullo stato di salute di Kim (stanno “cercando” e non “confermando”), e ha ricordato che negli anni ci sono stati molti falsi allarmi sullo stato di salute dei leader (è successo anche il contrario: quando morì Kim Jong Il nel 2011 il mondo intero lo venne a sapere cinque giorni dopo perché nessuno aveva notizie). Le regole del giornalismo valgono sempre, ma quando si tratta di un regime in cui la stampa è solo quella ufficiale, e gli stranieri sul campo sono pochissimi, valgono il doppio.
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- Giulia Pompili
È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio dal 2010, si occupa delle vicende che attraversano l’Asia orientale, soprattutto di Giappone e Coree, e scrive periodicamente anche di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo. Ha una newsletter settimanale che si chiama “Katane”, ed è in libreria con "Sotto lo stesso cielo" (Mondadori). È terzo dan di kendo.