Dominic Cummings (foto LaPresse)

Cummings, sempre lui

Paola Peduzzi

Il guru di BoJo diceva: “Se muoiono pensionati, pazienza”. Ora vuole il coprifuoco. E un’emergenza di due anni

Milano. Poi anche Boris Johnson ha dovuto chiudere tutto, anche se non voleva, anche se diceva che gli esperti avevano tutt’un’altra idea e lui si fidava, anche se faceva di tutto perché si sapesse che a trattenerlo era il suo innato spirito liberale, lo stato non può levare ai cittadini la libertà di circolazione! Il lento processo di apprendimento del premier britannico ha un costo molto elevato: se si guardano i numeri, si vede che la progressione del contagio nel Regno Unito è più rapida di quella italiana – e l’Italia è considerata il paradigma dello “scenario peggiore”, visto che la Cina s’è scrollata di dosso questo ruolo con i suoi silenzi e la sua manipolazione informativa. Tale ritardo costerà caro a Boris Johnson non soltanto perché la sua leadership istrionica e giocosa è del tutto inadeguata – è scoppiata la bolla BoJo, dicono molti, tra cui ci sono pure i suoi sostenitori – ma anche perché secondo le ricostruzioni è un ritardo premeditato.

 

Il Sunday Times ha pubblicato un retroscena sui dieci giorni che hanno cambiato il Regno Unito (da ore non si parla d’altro) in cui si fa riferimento a una riunione di febbraio in cui il consigliere del premier, Dominic Cummings, aveva definito la strategia contro il coronavirus: “Immunità di gregge, proteggere l’economia e se questo significa che alcuni pensionati moriranno, too bad”. Oggi Cummings è tra i più grandi sostenitori del lockdown, come gran parte del governo: ha cambiato anche lui idea quando ha visto lo studio dell’Imperial Institute che faceva una stima di 260 mila morti soltanto nel Regno Unito nel caso si fosse lasciato circolare il virus. Ma quando la crisi è iniziata, lui che è considerato un grande esperto di numeri e di previsioni, ha scelto la strada dell’esperimento sociale. E BoJo lo ha seguito. Anche la Brexit, la vittoria più grande del consigliere, nasceva così, come un esperimento sociale. Leggendo gli scritti di Cummings si vede molto chiaramente che questa è la sua predisposizione. 

 

Vuole ridisegnare la società inglese, e deve per forza procedere per esperimenti. Il fatto di cambiare il sistema d’istruzione in modo che a quindici anni i ragazzi inglesi sappiano rispondere ai questionari d’assunzione delle aziende e delle università, per esempio, è un esperimento. Così come quello di assumere nel sistema pubblico soltanto “disadattati”. Per quanto riguarda le epidemie, di cui Cummings ha scritto molto essendo affascinato dal lato oscuro della scienza, il consigliere ha sempre detto: fidiamoci degli scienziati. Ma il punto è: quali scienziati? Inizialmente ha scelto una miscela di virologi e comportamentalisti, con i primi che cercavano di spostare più in là possibile il grosso dei contagi – si diceva a giugno – e i secondi che elaboravano messaggi chiari: “Lavarsi le mani” funziona meglio di “mettetevi in autoisolamento quando lo considerate necessario”, e così è passata soltanto una parte del messaggio.

 

Quando i modelli matematici hanno mostrato che giugno era un miraggio e l’isolamento andava imposto, Cummings ha iniziato a insistere per il coprifuoco: lui non ha nulla della storia liberale di Johnson, se le libertà devono essere regolamentate il suo problema è come farlo nel modo più efficace e meno controverso possibile. E’ un guru delle “shadow campaign”, Cummings: la Brexit fu vinta grazie a un esperimento su tre milioni di persone. L’esperimento-ombra applicato al coronavirus potrebbe avere un effetto negativo sul governo (sugli inglesi e sugli europei ce l’ha sicuramente), visto che ora anche i giornali solitamente amici sono molto duri, e visto che il disprezzo di Cummings per le riunioni d’emergenza – i Cobra meeting – abbia fatto sì che la prima volta che si è presentato Boris Johnson a questi consessi decisivi sia stato il 2 marzo. C’è un altro elemento da considerare: è iniziato il dibattito sulla legge d’emergenza da adottare entro la fine della settimana. Consegna grandi poteri all’esecutivo e soprattutto ha un tempo stabilito, nonostante nessuno conosca ancora i tempi di questa crisi: per BoJo e Cummings questo esperimento sociale deve durare due anni.Paola Peduzzi

  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi