L'Ue prova a fare l'Ue: "Sulle frontiere si decide insieme"

La Commissione detta le sue linee guida sugli spostamenti tra gli stati membri: no ai viaggi non essenziali per 30 giorni. “Il mercato unico è uno strumento chiave della solidarietà”, dice von der Leyen

Luca Gambardella

Le misure prese dai singoli stati membri dell'Ue per contenere la diffusione del coronavirus sono efficaci “solo se sono coordinate”, ha detto il presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Così oggi pomeriggio ha presentato le linee guida per la gestione delle frontiere tra gli stati membri (Regno Unito compreso), che prevedono restrizioni temporanee ai viaggi non essenziali fatti nell'Ue da chi proviene da paesi extra Schengen per un periodo di 30 giorni. La Commissione ha però chiarito che ci sono delle esenzioni importanti al divieto di ingresso nell'Unione. “I residenti di lungo periodo nell'Ue, i membri delle famiglie dei cittadini dell'Ue e i diplomatici saranno esentati da queste restrizioni. Il personale essenziale, come i medici, il personale sanitario, gli scienziati e gli esperti che aiutano a combattere il coronavirus dovrebbero continuare a essere ammessi nell'Ue, come le persone che trasportano merci”. Inoltre anche “ai lavoratori transfrontalieri deve essere consentito entrare”. 

 

Governare i flussi tra le frontiere è un compito non facile per le istituzioni europee, che da un lato devono preservare il mercato unico e la libertà di movimento e dall'altro devono aiutare gli stati membri ad arginare la pandemia e isolare i focolai. Il punto è che alcuni paesi europei (Germania, Repubblica Ceca, Cipro, Danimarca, Lettonia, Lituania, Polonia e Slovacchia) avevamo cominciato a chiudere le frontiere in modo autonomo e non coordinato. La conseguenza è l'alterazione della libera concorrenza, pilastro fondamentale per l'Europa. Ma come arginare i focolai mantenendo aperte le frontiere? Poco prima che von der Leyen annunciasse le linee guida, il portavoce della Commissione Ue, Eric Mamer, aveva avvertito: “Il coronavirus è diffuso già in tutti i paesi, quindi la chiusura dei confini non è il modo migliore per bloccarlo”. Parole che evidenziavano il paradosso di garantire un'Europa senza confini e, allo stesso tempo, venire incontro alle richieste degli stati membri che chiedevano di alzare i muri contro l'epidemia.

 

Ma in Europa non si scherza quando si parla di mercato interno, e allora ecco le linee guida annunciate da von der Leyen. “Capisco che i paesi membri siano al lavoro per preservare la loro popolazione, ma dobbiamo lasciare che il mercato interno continui a funzionare”, ha detto la presidente della Commissione Ue. Garantire le frontiere aperte, ha proseguito la presidente della Commissione Ue, “è l’unico modo per prevenire la carenza di attrezzature mediche o cibo”. “Non è solo una questione economica: il nostro mercato unico è uno strumento chiave della solidarietà europea”. 

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  • Luca Gambardella
  • Sono nato a Latina nel 1985. Sangue siciliano. Per dimenticare Littoria sono fuggito a Venezia per giocare a fare il marinaio alla scuola militare "Morosini". Laurea in Scienze internazionali e diplomatiche a Gorizia. Ho vissuto a Damasco per studiare arabo. Nel 2012 sono andato in Egitto e ho iniziato a scrivere di Medio Oriente e immigrazione come freelance. Dal 2014 lavoro al Foglio.