Frédéric Péchenard

La Francia, i colleghi e la politica nelle parole del “super flic di Sarkozy”

Mauro Zanon

Parla Péchenard, il poliziotto scrittore in quota Républicains

Parigi. “‘Transmettre’ è una delle parole più belle della lingua francese. Amo questo verbo, con tutto ciò che implica in termini di condivisione”. Scrive così Frédéric Péchenard nel prologo del suo ultimo libro, “Lettre à un jeune flic” (Tallandier), una dichiarazione d’amore all’universo di cui è stato ai vertici per trent’anni: la polizia. Ne ha viste di ogni “Péch”, come lo chiamano i suoi ex colleghi, che conservano un gran ricordo di questo figlio di avvocati di Neuilly-sur-Seine. Oggi vice presidente in quota Républicains (Lr) della regione Île-de-France, Péchenard, 62 anni, può guardarsi indietro e vantare una carriera folgorante nei più importanti apparati di sicurezza della République. “E’ stato il migliore della sua generazione”, dicono di lui nei corridoi della Police nationale, di cui è stato direttore dal 2007 al 2012. Il Monde, quando venne promosso, lo definì “il superflic di Sarkozy”, che assieme allo “Squalo”, Bernard Squarcini, il direttore della Dcri (i servizi segreti interni) maneggiava i dossier più sensibili di Francia. “Anche ora che ho un ruolo politico, sono le questioni di sicurezza a interessarmi maggiormente. E’ una passione. Ho scritto questo libro per stimolare i giovani a diventare poliziotti, raccontando loro la mia esperienza e la ricchezza di questo mestiere”, dice al Foglio Péchenard, prima di aggiungere: “La polizia è un tema che affascina e una delle prove è la quantità di serie tv dedicate a essa: se non ci fosse un interesse, non ne verrebbero trasmesse così tante alla televisione”. Un sondaggio pubblicato di recente ha evidenziato che il 71 per cento dei francesi ha una “buona opinione” delle forze dell’ordine. Il problema, sottolinea Péchenard, non è la fiducia dei cittadini, ma la mancanza di mezzi a disposizione degli agenti. “La polizia francese sta male. Ho incontrato diversi giovani poliziotti per farmi raccontare quali sono le ragioni di questo malessere, e tra tutte spicca quella che nel libro ho chiamato la ‘pauperizzazione della polizia’”, dice al Foglio Péchenard. “I mezzi a disposizione della polizia nazionale sono insufficienti, in termini di edifici, molti dei quali sono in condizioni pietose, di macchine, troppo poche, e di equipaggiamento, con agenti costretti a utilizzare gilet anti proiettile consumati per mancanza di soldi”.

 

 

In merito all’attentato islamista di ottobre alla prefettura di Parigi, Péchenard parla di “una successione di errori che non possono più ripetersi”, sottolineando che la Francia deve essere “molto più severa con i radicalizzati, e allontanarli dai luoghi sensibili”. “Cos’è un radicalizzato? E’ un individuo che mette la legge religiosa al di sopra della legge della République. E ciò non è ammissibile”. Sul clima sociale e le violenze contro la polizia, il vice presidente Lr della regione parigina risponde così: “In Francia, abbiamo avuto diversi periodi di violenza contro la polizia, come durante la guerra d’Algeria e il Maggio ’68. Oggi siamo in uno di questi periodi, che dura da ormai tre, quattro anni. C’è un ritorno della tensione sociale molto inquietante. Sono rimasto sorpreso dall’estrema violenza di alcuni manifestanti, fin dall’inizio. Detto questo, va anche evidenziato l’ottimo lavoro nel mantenimento l’ordine da parte della polizia francese, che ha garantito zero morti. L’ultimo, Malik Oussekine, è stato nel 1986”.

 

Sui Républicains, Péchenard ammette il momento difficile che stanno attraversando “perché abbiamo perso le ultime tre elezioni, le presidenziali, le legislative e le europee”, ma come la maggior parte dei gollisti crede in un riscatto in occasione delle municipali di marzo. “Abbiamo molti sindaci uscenti che verranno rieletti perché hanno amministrato bene i loro comuni. E a Parigi sono fiducioso, perché abbiamo una buona candidata, Rachida Dati, che era accreditata al 10 per cento, e ora è al 20. E’ lei la vera sfidante di Anne Hidalgo, altro che Benjamin Griveaux (candidato macronista, ndr). Le municipali sanciranno il ritorno di Lr sulla scena politica”.