Michael Kretschmer (foto LaPresse)

Le grigliate antipopuliste di Michael Kretschmer per sconfiggere l'AfD in Sassonia

Micol Flammini

Il ministro presidente cristianodemocratico del Land sfida l'ultradestra a colpi di salsicce in vista delle elezioni di domenica

Michael Kretschmer è il ministro presidente della Sassonia dal 2017, anno in cui il suo predecessore si dimise dopo le elezioni nazionali del Bundestag quando, nel land orientale, l’AfD aveva per la prima volta superato la Cdu. Kretschmer si è trovato tra le mani una regione sempre meno affezionata, molto arrabbiata e affascinata dalle politiche di estrema destra proposte da Alternative für Deutschland.

 

Giovane e anche un po’ istrionico, leggermente barbuto e anche un po’ scapigliato, Kretschmer si è guardato intorno e ha capito che l'unica cosa che c’era da fare per non regalare il land all’AfD nelle elezioni che si terranno domani in Sassonia, era scendere in strada, organizzare incontri, comizi, chiacchierate e anche grigliate. E’ un politico astuto Kretschmer, che se ne va in giro per la regione, paesino per paesino, organizzando delle piccole sagre in cui, dietro alla griglia, c’è proprio lui che, mentre gira e offre salsicce – la sua specialità sono i Bratwurst – spiega ai suoi cittadini che vanno bene le rivendicazioni, va bene denunciare ciò che non va a Berlino o a Bruxelles, ma la soluzione non è certo votare l’AfD. “Perché?” gli domandano le persone, che anzi spesso gli rimproverano di aver chiuso a ogni possibile alleanza con il partito di estrema destra. “Perché ne va della nostra stabilità”, risponde lui stringendo mani, porgendo salsicce e firmando autografi. Alternative für Deutschland potrebbe ottenere dei buoni risultati non soltanto in Sassonia, storica roccaforte della Cdu, ma anche in Brandeburgo, feudo dell’Spd, partner di minoranza della Grande coalizione che governa la Germania. Ma i voti non saranno sufficienti per avere la maggioranza in nessuno dei due Länder, quindi bisognerà formare una coalizione e nessuno partito ha dimostrato di essere compatibile o disposto a unirsi all’ultradestra. In un’intervista al Financial Times il politico cristiano-democratico ha detto: “Gli elettori hanno fiducia in te soltanto se prendi delle posizioni forti” e per questo ha deciso di escludere la possibilità di una coalizione con l’AfD. A Jaurnick, un villaggio al confine della Polonia, un uomo gli ha detto che non era giusto spazzare via così un partito per il quale votano milioni di persone e Kretschmer, racconta il quotidiano britannico, mentre grigliava un Bratwurst gli spiegava che non c’era differenza tra l’AfD e l’NpD, un partito neonazista anticostituzionale, e la Cdu non può accettare di allearsi con un partito del genere. E che tra i due partiti non ci sia differenza lo ha dimostrato un recente scoop dello Spiegel riguardo la partecipazione di Andreas Kalbitz, leader dell’AfD nel Brandeburgo, a una marcia di neonazisti ad Atene nel 2007. Oltre a Kalbitz in Grecia c’era anche Udo Voigt, capo dell’NpD. Sul balcone dell’hotel in cui alloggiavano, i due aveva issato una bandiera con la svastica, il fatto venne riportato all’ambasciata tedesca ad Atene.

 

“Per molto tempo noi sassoni – dice Kretschmer – abbiamo parlato l’uno dell’altro anziché l’uno con l’altro. In base a quello che le persone mi hanno detto ho deciso che alcune politiche locali andavano cambiate”. Il politico ha deciso di investire di più nelle zone rurali, nella sicurezza e in misure per promuovere la coesione sociale. Dall’AfD lo accusano di aver rubato i loro slogan e alcuni punti del loro programma come la decisione di assumere poliziotti e la creazione di una zona economica speciale nelle aree in cui si estrae carbone. Avrà pur copiato qualcosa, Michael Kretschmer, ma la sua strategia populista per combattere i populisti – chiacchiere, grigliate e strette di mano per capire le ragioni di chi è disposto a votarli – sta aiutando a contenere le perdite della Cdu. Almeno in Sassonia.