Donald Trump (foto LaPresse)

Quindi ora Trump dichiara guerra?

Redazione

Crisi nel Golfo, la Casa Bianca è più cauta di quello che sembra

Ieri l’Amministrazione Trump ha ribadito che ritiene l’Iran responsabile per l’attacco alle due petroliere in transito nel mare dell’Oman giovedì mattina. Mentre i soliti saperlalunghisti cominciavano a gridare al complotto, alla messinscena, all’operazione false flag e a sostenere che in realtà è tutta una montatura dei sauditi, degli emiratini, degli americani oppure del Mossad per creare un casus belli contro l’Iran, dalla Casa Bianca non sono arrivate indicazioni ulteriori. Chi sosteneva che l’America volesse fare la guerra in Siria nel 2017 (dopo l’attacco chimico del regime vicino a Idlib) e che volesse fare la guerra in Siria nel 2018 (dopo l’attacco con il cloro da parte del regime vicino a Damasco) ora sostiene che l’America non aspetta altro che dichiarare guerra all’Iran, ma per ora l’impressione è l’opposto. C’è esitazione e più ponderazione di quanto si racconti. La linea politica sull’Iran in generale è durissima, ma Trump ha un’inclinazione naturale per troncare gli impegni americani all’estero. Non sembra molto desideroso di cominciare una guerra nel Golfo – sebbene in casa abbia un parterre di falchi anti Iran, dal segretario di stato Mike Pompeo al consigliere per la Sicurezza nazionale John Bolton. Che farà dunque? I piani del Pentagono in caso di tensione con Teheran prevedono l’invio di un contingente che potrebbe essere di centoventimila uomini, proprio mentre il presidente vorrebbe riportare a casa i duemila di stanza in Siria e i quindicimila ancora in Afghanistan. Vedremo quale linea prevarrà nello Studio ovale, ma per ora non c’è una direzione chiara.

 

 

E ora una parola su quelli che sono già certi, beati loro, che si tratti di una messinscena. Sono convinti che tutte le operazioni di questo tipo siano fatte dall’occidente cattivo, mentre i governi dell’Iran e della Siria evidentemente passano il tempo a farsi aria con ramoscelli d’olivo. Prima o poi toccherà loro riconoscere che non è così.

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