La giovane deputata dei democratici americani, Alexandria Ocasio-Cortez (Foto LaPresse)

Ocasio-Cortez torna a fare la barista e smonta gli sberleffi repubblicani

Daniele Raineri

Colpo su colpo. La giovane dem fa di ogni critica una nuova campagna. Il contrario di Di Maio, per dire

Roma. “Ai classisti cresciuti nella bambagia che dicono che mi faranno tornare a fare la barista: siete fortunati! Farò la barista nel distretto 14 di New York questa settimana per promuovere un salario nazionale che permetta di vivere. E allora sotto a chi tocca branco di bevitori di latte, vediamo se la mia abilità con i margarita e i mocktail è sempre la stessa. Svelerò anche la mia nuova piattaforma politica: abolire i cocktail con gli agrumi entro il 2020. Gente, almeno usate vero succo di agrumi per i vostri cocktail, vi meritate molto meglio di quello di cui vi accontentate”. Così ieri Alexandria Ocasio-Cortez (AOC), la deputata democratica eletta a novembre – ma che al Congresso è una delle voci più ascoltate e attrae l’attenzione fortissima dei media – ha annunciato che torna a fare la barista per un giorno a favore di una causa politica. Dove non si sa ancora, perché prima di arrivare al Congresso lavorava a FlatsFix, un posto di tacos e tequile vicino Union Square a Manhattan, ma è probabile che non sarà lì perché dall’annuncio si capisce che tornerà nel distretto che l’ha eletta: quindi nel Bronx oppure nel Queens. Nota a margine per chi se lo chiedesse: cita i mocktail, che sono imitazioni dei cocktail fatte senza alcol.

 

La causa politica è il raddoppio del salario minimo orario entro il 2024. Lei si riferisce al salario minimo così come è stabilito a livello federale, che al momento è sette dollari e venticinque cents l’ora su tutto il territorio nazionale e però in molte città è già stato alzato da regolamenti locali. A New York è stato portato di recente a quindici dollari all’ora, dieci per i lavoratori che percepiscono le mance – come ovviamente i baristi – e i vagoni della metropolitana nei mesi passati erano tappezzati di pubblicità che celebravano il risultato, con facce sorridenti e una scritta perentoria che invitava a segnalare il datore di lavoro che non si fosse adeguato. Il salario minimo federale è uno dei temi ricorrenti di AOC ed è criticato dai conservatori perché è un adeguamento della paga non originato dalla legge del mercato e dell’offerta e quindi – sostengono – altera il meccanismo economico e danneggia tutti.

 

La mossa di Ocasio-Cortez è un colpo contro gli infiniti sberleffi dei repubblicani, che non mancano mai di sottolineare che fino a qualche mese fa lei era, appunto, soltanto una barista – anche se era laureata con lode alla Boston University con specializzazioni in relazioni internazionali ed economia. Anche il presidente, Donald Trump, l’ha chiamata così: “Giovane barista”. L’intento dell’annuncio di ieri è chiaro, voi mi volete ridicolizzare perché mi temete, io torno dietro al bancone perché so che questa trovata attirerà l’attenzione a un livello che soltanto Trump, che in queste cose mi è opposto e speculare, riesce a superare (anche se da ultimo i tweet del presidente hanno subìto un calo di popolarità e di seguito). AOC ha incrementato del seicento per cento il suo seguito su Twitter in un anno e ha guadagnato due milioni e seicentomila follower negli ultimi otto mesi. La sua linea politica è controversa, ma non lo è la sua capacità di mobilitare i democratici.

 

In Italia Luigi Di Maio, preso di mira per il suo passato di steward allo stadio San Paolo di Napoli (senza laurea con lode a Boston), ignora con sistematicità qualsiasi frecciata e non si fa mai sorprendere senza completo e cravatta. La strategia scelta è quella opposta. Se c’è un deficit di credibilità va coperto, ignorato, occorre fare finta di nulla. La sua fidanzata ieri in un post pubblico lo paragonava al condottiero ateniese Aristide il Giusto, che accettò con serenità di essere ostracizzato dai suoi concittadini. AOC invece, che tra l’altro è impegnata ad accelerare su un tema che è caro anche a Di Maio, il salario minimo, viene attaccata di continuo perché faceva la barista, si presta a fare di nuovo la barista ed è probabile che otterrà un ritorno d’immagine molto buono.

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  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)