Il leader del PiS polacco, Jaroslaw Kaczynski (Foto LaPresse)

La distorsione di Kaczynski

Redazione

Polacchi inquieti per il via vai di partiti di estrema destra in cerca di alleanze

Non è nella sua natura, o almeno non lo era, ma la distorsione del partito polacco PiS in questi ultimi dieci anni non piace a nessuno e gli amici che si sta scegliendo per stare in Europa soprattutto non piacciono agli elettori. Stampa e cittadini, dopo la notizia arrivata da Bruxelles della nuova procedura di infrazione aperta contro Varsavia per le leggi che non garantiscono l’autonomia dalla politica della Corte suprema, si sono domandati perché la Polonia debba condannarsi a tanta umiliazione. Dopo aver fatto tanto per entrare nell’Unione europea e tantissimo per guadagnare anche un ruolo autorevole – alle prossime elezioni Varsavia sarà tra le nazioni che manderanno più deputati al Parlamento – il PiS sta vanificando ogni sforzo. E, in parte, lo sa.

 

Lo sa soprattutto mentre guarda il suo compagno Viktor Orbán che nonostante tutto riesce a sedersi al tavolo a Bruxelles con i partiti che contano, quelli influenti che definiscono le politiche europee, mentre il PiS si ritrova senza alleati plausibili. Lo sa mentre sente che il suo gruppo a Bruxelles, i Conservatori e riformisti, gli si sta sfaldando sotto i piedi, i Tory se ne dovranno andare, ancora non è chiaro se i britannici parteciperanno o meno a queste elezioni, e se vanno via i Tory, i polacchi dovranno trovare altri alleati e se si voltano attorno vedono solo partiti di estrema destra, xenofobi, razzisti e russofili. E come spiegare agli elettori che proprio loro che hanno sempre condotto campagne contro la Russia ora potrebbero allearsi con chi preferisce Mosca a Bruxelles e Washington? Prima l’incontro con Matteo Salvini a febbraio – quando il ministro dell’Interno era a Varsavia alcuni cittadini gli urlarono che era un servo di Putin –, poi l’incontro con Vox, il partito spagnolo di estrema destra e infine lunedì quello con Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia. Il PiS diversamente da questi partiti è nato come partito conservatore, ma ha una storia europeista oltre che atlantista, era un partito di destra ma non di estrema destra. Nel ricordo dei suoi elettori questa consapevolezza c’è, forse anche nei politici che vivono con inquietudine gli incontri con chi arriva in cerca di alleanze europee.

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