Donald Trump e Jair Bolsonaro (foto LaPresse)

Trump incontra Bolsonaro, indovina chi è più populista?

Maurizio Stefanini

Il Guardian ha misurato il livello di populismo contenuto nei discorsi di 140 leader di 40 paesi negli ultimi 20 anni. Spoiler: i presidenti di Stati Uniti e Brasile non sono in testa alla classifica

Chi è il più populista? Ribattezzato “il Trump del Brasile”, Jair Bolsonaro è negli Stati Uniti per incontrare, per la prima volta, il Donald Trump originale. Il vertice è stato preceduto da una cena informale all’ambasciata brasiliana di Washington in cui erano presenti sia Steve Bannon, sia quel filosofo Olavo de Carvalho che, per evidenti motivi, è stato spesso indicato come il “Bannon di Bolsonaro” (il primo, però, è stato da tempo allontanato dalla Casa Bianca. “Per la prima volta da tanto tempo arriva a Washington un presidente brasiliano sostenitore degli Stati Uniti”, ha twittato Bolsonaro domenica arrivando nella capitale e sottolineando “l'inizio di una partnership fondata sulla libertà e la prosperità”. 

 

 

Ma quanto sono populisti Trump e Bolsonaro? Messi assieme, meno del presidente turco Erdoğan. A dirlo uno studio commissionato dal Guardian ad alcuni politologi che ha misurato il livello di populismo contenuto nei discorsi di 140 leader di 40 differenti paesi negli ultimi 20 anni. Coordinatore del lavoro Kirk Hawkings, della Brigham Young University.

 

A parte la difficoltà di determinare certi dati in modo oggettivo, c’è pure il fatto che un conto può essere il livello di populismo nelle parole, e un altro quello della pratica di governo. Ad esempio, nella classifica il terzo posto è stato assegnato al presidente boliviano Evo Morales, celebre per la sua (anche eccessiva) retorica terzomondista, ma poi capace di decisioni di estremo pragmatismo politico in economia e non solo, come dimostra l'estradizione immediata di quel Cesare Battisti che Inácio Lula con il suo stile più quieto e pacifico, aveva invece protetto.

 

Tuttavia, i risultati sono comunque interessanti. Su una scala di voti che va dallo zero populismo di Angela Merkel a un massimo di 2, al primo posto c'è Hugo Chávez (1,9), seguito da Nicolás Maduro (1,6) e, a pari merito, da Morales ed Erdoğan (1,5), che è indicato come il più populista tra i leader “non socialisti”. Malgrado la sua fama luciferina Bolsonaro si ferma allo 0,5 e, assieme allo 0,8 di Trump, arrivano a un totale di 1,3. Due decimi in meno del presidente turco. Ben più populisti del presidente brasiliano sono Viktor Orbán (0,9), Silvio Berlusconi (0,8 come Trump), e il primo ministro indiano Narendra Modi (0,6). Mentre poco sopra lo zero della cancelliera tedesca, ecco Tony Blair con un indice di populismo dello 0,1.

 

Secondo lo studio, comunque, il tasso di populismo, dal 2000 a oggi nei 40 paesi analizzati è raddoppiato passando dallo 0,2 allo 0,4 (0,3 per i governi di destra e 0,4 per quelli di sinistra). Il numero di paesi con leader populisti nello stesso periodo di tempo è passato da 7 a 14, e il numero di persone da essi governati addirittura da pochi milioni a 2 miliardi e mezzo. Il primo balzo significativo, a 1,6 miliardi, nel 2014 con la vittoria di Modi in India. Quindi 2,1 nel 2016 con l’insediamento di Trump, 2,3 nel 2018 con Conte e il messicano López Obrador, 2,5 appunto nel 2019 con Bolsonaro (il presidente brasiliano si è ufficialmente insediato il 1° gennaio). Da ricordare che in molti casi l’ascesa del populismo è data non da risultati elettorali, ma dall’evoluzione di leader già al potere. Orbán e Erdoğan sono considerati appunto come due esempi di leader che inizialmente “moderati” si sono poi radicalizzati nel tempo.

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