La giornalista filippina Maria Ressa, arrestata oggi (Foto LaPresse)

Duterte e la libertà

Redazione

Mette in carcere i leader dell’opposizione e la stampa critica. Le Filippine al bivio

Maria Ressa, editrice del più importante giornale d’informazione online delle Filippine, Rappler, è stata arrestata. Ieri la polizia è entrata nella redazione – così come testimoniato via social network da decine di giornalisti – e ha fermato Ressa, che è una delle giornaliste filippine più famose del mondo e ha fondato Rappler nel 2012. Il giornale online è diventato, durante la campagna elettorale e dopo le elezioni presidenziali del 2016, uno dei pochi media a fare inchieste e rivelare l’uso spregiudicato delle fake news per sostenere la campagna del presidente Rodrigo Duterte, la corruzione nel governo e l’abuso di potere. Poi, circa un anno fa, il sito e Maria Ressa si sono trovati sotto indagine: il governo ha accusato Ressa di non aver pagato le tasse sulle vendite obbligazionarie della società nel 2015, per un valore di 3 milioni di dollari – secondo una legge che però è stata introdotta dopo la vendita. Già a dicembre Ressa era stata fermata all’aeroporto di Manila e poi rilasciata su cauzione. Aveva detto: “Non è il momento di nascondersi, ma di andare avanti”.

 

Qual è la vera colpa di Ressa, che lo scorso anno è stata nominata dal Time “Person of the Year”? Aver criticato Duterte. Il presidente filippino, quello che ha autorizzato una guerra alla droga senza giustizia, tribunali, ma solo omicidi, e per il quale è indagato dalla Corte penale internazionale. Duterte, il presidente che si scaglia ormai ogni giorno contro la chiesa cattolica, che vorrebbe abbassare l’età della responsabilità penale ai bambini di dodici anni, è l’uomo per il quale l’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Zeid Raad al Hussein, ha chiesto una perizia psichiatrica – e star dietro quotidianamente alle sue dichiarazioni fuori dal mondo è impossibile. Maria Ressa è il simbolo di una libertà di stampa che subisce i colpi peggiori quando gli uomini forti, quelli che le critiche le silenziano o vogliono controllarle, prendono il potere.

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