Santiago Abascal, leader di Vox (LaPresse)

La trappola di Vox in Andalusia

Eugenio Cau

I conservatori spagnoli volevano addomesticare i populisti di ultradestra. Ma hanno fatto molti errori negoziali, ed è successo il contrario

Roma. Il leader del Partito popolare spagnolo, Pablo Casado, si sentiva pronto a fare una bella alleanza con i populisti. Da quando l’anno scorso ha ottenuto la guida dello storico partito del centrodestra iberico, Casado ha sempre visto nel populismo una risorsa (di voti e di slogan) piuttosto che un avversario, e quando gli estremisti con tendenze dichiaratamente neofasciste di Vox hanno ottenuto 12 seggi al Parlamento locale dell’Andalusia alle elezioni del dicembre scorso ha pensato di aver trovato il perfetto laboratorio politico. Casado aveva il movente per allearsi con Vox: senza i voti dei populisti, la sinistra tornerà a governare la regione. Aveva un alleato con cui dividere la responsabilità: i centristi riluttanti di Ciudadanos. Infine aveva una regione, l’Andalusia, stanca di decenni di governo socialista, e che sarebbe stata un luogo perfetto per tentare un esperimento di governo destra-ultradestra-centro.

  

Così, poco prima della fine dell’anno i popolari, Ciudadanos e Vox hanno annunciato un’alleanza di governo per l’Andalusia. Juan Manuel Moreno, espressione del Partito popolare, sarebbe diventato governatore, Ciudadanos sarebbe stato partner dentro all’esecutivo, Vox avrebbe dato il suo appoggio esterno. Casado era convinto di essere riuscito nell’impresa: manipolare i populisti, istituzionalizzarli, renderli strumenti funzionali della politica tradizionale.

  

  

Errore: come è già avvenuto in situazioni simili in tutti i paesi del mondo, quando i partiti istituzionali cercano di approfittarsi delle forze populiste, di solito avviene il contrario. Il barbuto leader di Vox, Santiago Abascal, davanti ai tentativi di istituzionalizzazione di Casado ha fatto un calcolo semplicissimo: poiché sono i partiti tradizionali a dipendere da Vox, Vox può alzare la posta. Nelle settimane scorse Abascal ha cominciato ad avanzare richieste in cambio del suo sostegno al governo di destra, partendo da un argomento molto divisivo che era sicuro avrebbe creato un gigantesco pantano mediatico, e costretto tutti i partiti a posizionarsi: ha chiesto al Pp e a Ciudadanos di cancellare la legge sulla violenza di genere attualmente vigente in Andalusia, perché troppo favorevole alle donne e soprattutto alle “femministe suprematiste” che denunciano ingiustamente gli uomini per violenze mai avvenute.

 

Davanti ad affermazioni tanto polarizzanti, la politica spagnola si unita in gran parte nella condanna di Vox. Tutti tranne Casado, che avrà ritenuto che non valesse la pena sprecare il suo esperimento di alleanza populista per così poco. Nei giorni scorsi, Casado si è detto disponibile a modificare la legge sulla violenza contro le donne, con gran scandalo di molte delle dirigenti donne del suo stesso partito. Abascal ha visto che la sua strategia stava funzionando e ha deciso di alzare ancora la posta.

 

Martedì sera Vox ha pubblicato un elenco di 19 richieste da esaudire per garantire il proprio appoggio al governo andaluso. Il documento contiene moltissime proposte estreme, tra cui diverse modifiche alle leggi che proteggono donne e minoranze, la richiesta di espellere dalla regione 52 mila “immigrati illegali” che secondo Vox erano protetti dall’amministrazione precedente (la stima è di Vox e nessuno è riuscito a capire come avverrebbe questa protezione); la celebrazione della Reconquista, la difesa delle corride, un abbassamento della pressione fiscale così accentuato da essere stato giudicato irrealistico dagli esperti. Alcune richieste erano perfino in contrasto con il programma storico di Vox, che da un lato ha chiesto per l’Andalusia la completa libertà didattica e dall’altro chiede da sempre di imporre l’insegnamento del castigliano laddove si parlano lingue di minoranze. Ciudadanos, l’alleato di malavoglia del Pp, si è detto orripilato per le richieste ricattatorie di Vox, e perfino dentro al Pp hanno definito il documento “inaccettabile”. Ma ormai Casado era caduto nella trappola di Abascal, e si è messo buono buono al tavolo delle trattative.

   

I sospetti di Macron

Così ieri sera il Pp e Vox hanno siglato un accordo per il governo dell’Andalusia particolarmente favorevole agli estremisti. Il Partito popolare non ha accolto tutte le 19 richieste avanzate, per esempio la legge sulla violenza contro le donne per ora non sarà toccata, ma ha fatto ampie concessioni su quasi tutti i temi desiderati dagli estremisti, che potranno rivendicare un successo via l’altro ogni volta che una delle leggi da loro promosse sarà approvata.

  

L’esperimento di Pablo Casado, per ora, si è trasformato nel successo di Santiago Abascal, che ha addomesticato uno dei partiti storici della democrazia spagnola, anche se in un contesto relativamente piccolo quale è l’Andalusia.

 

Ciudadanos, sdegnosamente, non ha partecipato ai negoziati tra i popolari e Vox. Ma il partito centrista di Albert Rivera presto governerà un’importante regione spagnola con degli estremisti di ultradestra come alleati esterni, e questo creerà un problema di identità: Rivera non era il nuovo paladino dell’antipopulismo, alleato prediletto del presidente francese Emmanuel Macron in sede europea? E infatti, ha scritto il País, tanto dal partito di Macron quanto dal palazzo dell’Eliseo si osserva la situazione con molto scetticismo.

  • Eugenio Cau
  • E’ nato a Bologna, si è laureato in Storia, fa parte della redazione del Foglio a Milano. Ha vissuto un periodo in Messico, dove ha deciso di fare il giornalista. E’ un ottimista tecnologico. Per il Foglio cura Silicio, una newsletter settimanale a tema tech, e il Foglio Innovazione, un inserto mensile in cui si parla di tecnologia e progresso. Ha una passione per la Cina e vorrebbe imparare il mandarino.