Il presidente Donald Trump alla Casa Bianca con i suoi ministri per la firma del First Step Act (Foto LaPresse)

L'età dell'infantilismo

Giuliano Ferrara

L’epoca razionale ha ceduto il passo a quella misteriosofica, “ci credo-non ci credo”. Ma si può credere a Salvini, alle nebbie sulla manovra? E a Trump che vorrebbe defolloware la Nato? E soprattutto, ci si può opporre a questo schifo?

Siamo passati dall’epoca razionale del “sono favorevole-sono contrario” a quella misteriosofica del “ci credo-non ci credo”. Dalla vera politica, con l’inganno da decrittare che si insinua nella visione o nel progetto, al falso universale potenziale, non si vede niente, tutto è dubbio e nebuloso, il codice di Twitter, strumento delizioso nelle mani di noi perditempo ma svelti, nelle mani pesanti di chi governa è l’abolizione di ogni codice. (Di Facebook e di Instagram so nulla, mi sembrano due geniali, irreversibili forse e certo losche stronzate per far soldi e farsi notare). Capisco lo smarrimento di chi ci allerta: siccome sono grotteschi e si dicono e disdicono, stiamo trovando il modo di minimizzare e normalizzare la loro indecenza. Ma è un problemaccio. Che mi sembrava di avere risolto con la mia solita rozzezza poco etica e molto scorretta: vanno contrastati per quello che sono, non tanto per quello che fanno.

Insisto: che vuol dire opporsi alla manovra del governo del cambiamento che voleva disfare l’Europa e dall’Europa è stato agilmente ridimensionato in un paio di bocconi? Ieri Mario Monti, dico Mario Monti, ha rampognato qui con il magico Capone i contrattisti della mutua perché si sono lasciati dettare la manovra dalla Commissione di Bruxelles. Il che è vero, è riprovevole, ma – in particolare se detto dal Grande Eurocrate Nazionale – risolve in un paradosso l’opposizione europeista al governo della dittatura-dettatura. Ma è poi vero, a proposito di nebulosità e dubbiosità? La quantità del deficit in percentuale sul Pil l’ha dettata la giunta tecnocratica dei merde alors, ma la qualità è restata, su pensioni e reddito a sbafo e mille altri dettagliuzzi, abbastanza sudamericana, venezuelana. Cosa che fu notata. Vittorio Feltri, che è in pensione da subito dopo il battesimo, se l’è presa parecchio, per esempio. Eppoi che significa opporsi quando l’esame della manovra è gettato alle ortiche, in formidabile ritardo, a un bivacco di manipoli, ma non si può evocare Mussolini per divieto mielista anche se il Truce dice sempre “me ne frego” e fa il bullo con gli squadristi dello stadio?

Allarghiamo un po’ il campo. Non solo Trump ha tradito, abbandonando d’un botto la Siria, i Curdi che ci hanno liberato dallo Stato Islamico a rischio della loro vita, combattendo, e si appresta a tradire speranze di vita e ordinaria normalità nel covo afghano del terrorismo internazionale, con un altro ritiro unilaterale non contrattato, per non parlare dello scherzetto al suo amicone Netanyahu, sempre più a tu per tu con l’Iran e i suoi emissari sul terreno, e vabbè, è una cosa che fa schifo a tutti, tranne che a Putin, ovvio, ma che senso ha la cosa che fa schifo? 

Devo credere che l’Arancione è irritato perché il Congresso non vuole pagargli il muro col Messico che lui voleva fare pagare al Messico (bum!), che per inseguire le fregole di Ann Coulter, una MGM globale (Maria Giovanna Maglie), e magari per rompere l’assedio dei tutori della legge che gli fanno la caccia alle streghe (bum!), disfa ogni residuo equilibrio di potenza nel medio oriente strategico e, dicono, dopo che ha defollowato la Coulter e licenziato il Pentagono di un generale a quattro stelle dei Marines potrebbe defolloware la Nato, uscendone a sorpresa? Come si fa a opporsi alla demenza infantile e al narcisismo fuori controllo? Bisogna avere la stoffa del commesso di Monte Citorio che ha pregato il ministro dell’Interno di mettersi la giacca al posto della ruspa, cioè della felpa della polizia, “altrimenti qui non si entra”: ma ci possiamo dare coraggio quando non lo abbiamo? E sopra tutto: ci crediamo o non ci crediamo?

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  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.