Tony Blair alla conferenza sulla Brexit 'Changing Europe' (foto LaPresse)

La Brexit di Blair

Redazione

O è dolorosa o è inutile. L’ex premier conta su un secondo referendum

Esistono solo due Brexit possibili, quella dolorosa e quella inutile. E anche se lo sanno tutti, pochi politici hanno messo a fuoco il loro compito storico, che secondo Tony Blair, ex premier dal seguito ormai esiguo, non è quello di spianare la strada a questo suicidio collettivo, bensì quello di bloccarlo attraverso un secondo referendum, esercitando il libero arbitrio e cercando un consenso tra le varie fazioni in campo. Non che sia sufficiente: anche Bruxelles dovrebbe ammettere che la libera circolazione dei lavoratori crea difficoltà in tutte le cancellerie europee e per mettere in chiaro che la storia dell’integrazione – più Europa! – vale solo per i paesi dell’Eurozona. Ma poi, ottenuto un po’ di tempo in più dalla Unione europea, sta a Westminster mettersi in moto, con l’aiuto di una Theresa May che potrebbe “svolgere un ruolo, ammettendo che dopo due anni e mezzo di sforzi è inutile continuare a sbattere la testa” e invitando di nuovo gli elettori a dire la loro.

 

“Ormai ci sono più del 50 per cento di possibilità per un referendum”, ha detto Blair a una platea di diplomatici e giornalisti, senza quella credibilità da padre della patria acquisita da altri, come un John Major per dire, ma con la convinzione di uno che, fin dal primo momento, ha cercato la formula magica per concrettizzare il sacrosanto diritto di cambiare idea. La May, che merita rispetto per la sua tenacia, ha fatto l’errore di tirare fuori il no deal come spettro per spaventare i riottosi, ma ora che questo spettro ha preso corpo, per sconfiggerlo tocca accendere la luce, tornare alle urne. “Ora la gente sa cos’è la Brexit, voterebbe con cognizione di causa”, dice Blair, e il pensiero corre a certi tabloid, a certe opinioni ancor più radicate, al male che farebbe una seconda sconfitta. “Almeno ci avremmo provato”, aggiunge, e forse provarci vuol dire anche questo, lasciare il campo a energie più giovani e fresche, sostenendole come farebbe un padre.

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