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Primo passo per l'estradizione di Cesare Battisti

Redazione

Il giudice della Corte suprema brasiliana Luis Fux ha firmato, per evitare "qualsiasi tentativo di fuga", la richiesta di arresto "a scopo di estradizione" dell'ex militante dei Proletari armati per il comunismo

Il giudice della Corte suprema brasiliana Luis Fux ha firmato, per evitare "qualsiasi tentativo di fuga", la richiesta di arresto "a scopo di estradizione" dell'ex militante dei Proletari armati per il comunismo, Cesare Battisti. "Il potere giudiziario riconosce la correttezza del processo d’estradizione e stabilisce che la decisione finale spetta al Capo dello Stato", ha scritto il giudice in una nota.

 

Era da quattordici mesi che Fux aveva in mano il dossier Battisti, quattordici mesi nei quali il giudice è passato da una posizione di totale contrarietà alla firma della richiesta d'arresto. Una decisione che poteva arrivare comunque, ma si pensava soltanto grazie a una decisione del plenario della Corte suprema.

 

D'altra parte Jair Bolsonaro, eletto il 28 ottobre 2018 presidente del Brasile, carica che però assumerà a partire dal 1 gennaio 2019, aveva, pochi giorni dopo la vittoria alle elezioni, detto "mostreremo al mondo il nostro impegno per la lotta contro il terrorismo", utilizzando Battisti, "personaggio amato dalla sinistra brasiliana", per dare uno stacco netto e simbolico, con le politiche di Lula e Dilma in tema di giustizia.

 

La campagna mediatica contro l'ex terrorista promossa da Bolsonaro ha fatto effetto e ora si è aperta l'unica via possibile per mantenere la promessa fatta al ministro dell'Interno italiano, Matteo Salvini, su Twitter: "Riaffermo qui il mio impegno di estradare il terrorista Cesare Battisti". Infatti, affinché il presidente brasiliano possa firmare un decreto d'estradizione, già negata dall’ex presidente Lula il 31 dicembre del 2010, era necessaria l'autorizzazione della Corte suprema.

  

Cesare Battisti, 63 anni, è stato condannato nel 1993 all'ergastolo per quattro omicidi alla fine degli anni Settanta. Vive in libertà in Brasile dal 2010, quando ha ottenuto il permesso dal presidente Lula di rimanere nel Paese. 

 

Ora l'ex terrorista attende solo due cose: il momento dell'arresto e chi sarà tra il presidente uscente Michel Temer e quello entrante Jair Bolsonaro a firmare l’estradizione.

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