Il premier Giuseppe Conte con Narendra Modi (foto LaPresse)

Buone notizie dal Conte indiano

Redazione

Continuare a coltivare i rapporti con il gigante asiatico: ben fatto

In cinque mesi da presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha viaggiato molto all’estero: in Canada per il G7, poi in America da Donald Trump, in Russia da Vladimir Putin, e in Etiopia ed Eritrea, Bruxelles, Salisburgo. Se fosse un matrimonio, potrebbe sembrare uno di quei mariti stanchi che accettano tutti i viaggi di lavoro pur di non stare a casa. Se fosse un matrimonio, si direbbe che la moglie fa di tutto per non averlo tra i piedi a casa. Ma qui si tratta di relazioni istituzionali, e dobbiamo dire la verità: poco importa quali siano le condizioni di viaggio.

 

Oggi (30 ottobre, ndr) Giuseppe Conte è atterrato a New Delhi, in India, con uno scintillante aereo di stato. La sua partenza è stata rimandata di qualche ora ma – attenzione – non cancellata. Ad aspettarlo, in aeroporto, c’era il sottosegretario allo Sviluppo economico Michele Geraci. Conte ha ricevuto l’accoglienza tradizionale, ha avuto un pranzo di lavoro con il primo ministro indiano Narendra Modi, ha eseguito il namaste (il saluto tradizionale indiano) correttamente, ha aperto la 24° edizione del Technology Summit al fianco di autorevoli speaker e moltissime aziende italiane. E tutta questa normalità diplomatica, in questi tempi strani, ci insospettisce ma va elogiata. Soprattutto perché l’India è quel paese con il quale abbiamo avuto non pochi problemi qualche anno fa – una relazione ristabilita dall’ex premier Paolo Gentiloni e ora rinnovata da Conte (Modi ha addirittura tuittato un messaggio in italiano).

 

In un’intervista a India Today, il presidente del Consiglio ha detto cose ineccepibili: “Italia e India condividono gli stessi princìpi di democrazia, pluralismo e rispetto dei diritti umani. Crediamo anche nell’efficacia del multilateralismo e nella necessità di appoggiare un sistema di governance internazionale basato sulle regole, con al centro l’Onu. Lavorando insieme possiamo promuovere un commercio internazionale libero ed equo, combattere il protezionismo, gestire la globalizzazione e minimizzare le sue distorsioni, per garantire una vita dignitosa a tutti i cittadini”. E’ così che andrebbero curati i nostri rapporti internazionali. Se c’è il trucco, da qualche parte, per favore: non mostratecelo.

 

 

 

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