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In Cina c'è uno scandalo sui vaccini che è anche una lezione anti complotti

Eugenio Cau

Centinaia di migliaia di dosi scadenti, problemi politici. Perché il governo cinese non ha insabbiato tutto quanto?

Roma. Come funziona, più o meno, una cospirazione intorno ai vaccini? Ci sono molte varianti, ma alcuni elementi fissi sono: una multinazionale del settore farmaceutico (“Big Pharma!”) avida e disposta a mettere il profitto prima della salute dei cittadini; un governo omertoso e sottomesso alla grande industria; giornalisti complici che mettono a tacere gli scandali. Il ritornello è dunque questo: “Big Pharma riempie di veleni i vaccini per i nostri bambini, ma il governo e i media non lo vogliono rivelare perché sono tutti corrotti”. Di solito, queste cospirazioni sono risibili. In occidente, le aziende si attengono a standard elevati, i governi devono rispondere del loro operato ai cittadini e i media sono liberi. C’è un paese, tuttavia, in cui si verificano tutte le condizioni perfette per una teoria del complotto: la Cina. In Cina il governo è autoritario e assolutista, e lo diventa ogni anno di più; i media sono controllati dalla censura e, soprattutto, il boom economico ha riempito il paese di aziende dotate di pochi scrupoli e ancor meno consapevolezza del bene pubblico. Per un complottista sospettoso dei vaccini, la Cina è il perfetto campo da gioco per immaginare una vasta cospirazione in cui milioni di cittadini ignari sono inoculati con sostanze nocive con la connivenza di governo e media. Nella realtà, succede tutto il contrario.

 

Soltanto pochi giorni fa, la Cina è stata scossa da un ennesimo scandalo sui vaccini. L’azienda farmaceutica Changchun Changsheng Biotechnology ha richiamato 250 mila provette di vaccini per il tetano, la difterite e la pertosse che vengono somministrati ai bambini entro un anno di età perché prodotti senza gli standard sanitari minimi, e ha ammesso di aver falsificato i documenti per nascondere il fatto che oltre 100 mila dosi di vaccini per la rabbia erano state prodotte in maniera scadente. Dopo aver scoperto la notizia (indovinate: sono stati i media a scriverla) i cittadini cinesi si sono arrabbiati molto: sui social network moltissime persone hanno criticato il governo e alcuni hanno chiesto perfino la pena di morte per i dirigenti della causa farmaceutica, anche se per ora non ci sono notizie di bambini danneggiati dai vaccini scadenti. Volete sapere chi ha rivelato lo scandalo? Non i complottisti da tastiera, ma lo stesso governo, con un’inchiesta ufficiale dotata di tutti i crismi. Non è la prima volta: negli ultimi anni in Cina ci sono stati tre scandali riguardanti vaccini scadenti oltre a quello degli scorsi giorni, uno nel 2013 e uno nel 2016, e in entrambi i casi molti bambini sono morti. Nel 2008, delle partite velenose di latte in polvere uccisero decine di neonati. Questi scandali sono così gravi che il governo di Pechino è entrato in modalità di emergenza: notoriamente i cinesi sono più sensibili a questo tipo di problemi che alla violazione sistematica dei diritti civili, e alcuni analisti ritengono che il presidente Xi Jinping approfitterà dello scandalo per rimuovere dal suo posto il premier Li Keqiang, ormai malsopportato da anni.

 

Eppure un governo come quello cinese avrebbe tutti i mezzi per reprimere questo tipo di scandali: un potere assolutistico e controllo ferreo sui media e su internet. Secondo le stime, centinaia di migliaia, forse milioni di dipendenti dello stato trascorrono le loro giornate a far sparire dalla Rete le notizie sgradite, perché non farlo anche con quelle sui vaccini? (La censura interverrà, ma ha consentito quanto meno che lo scandalo scoppiasse). Semplice: nessuno stato ha interesse a danneggiare i suoi cittadini, tanto più uno stato che mette l’autoconservazione al di sopra di ogni altro valore, come quello dominato dal Partito comunista cinese. Perfino in un paese in cui i diritti civili sono calpestati quotidianamente il meccanismo funziona: un’azienda, per distrazione o per dolo, commette un errore, i bambini rischiano di ammalarsi, i medici se ne accorgono, i media diffondono la notizia, le autorità prendono provvedimenti. Nessun complotto, nessuna cospirazione. Succede perfino in Cina dove, se volesse, Xi Jinping dovrebbe soltanto schioccare le dita per mettere tutto a tacere.

 

Nota: i cittadini cinesi, sentiti dai reporter locali, hanno detto che hanno perso fiducia nel sistema, ma non nella scienza: semplicemente, daranno ai loro bimbi vaccini prodotti altrove. Ditelo ai complottisti nostrani.

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  • Eugenio Cau
  • E’ nato a Bologna, si è laureato in Storia, fa parte della redazione del Foglio a Milano. Ha vissuto un periodo in Messico, dove ha deciso di fare il giornalista. E’ un ottimista tecnologico. Per il Foglio cura Silicio, una newsletter settimanale a tema tech, e il Foglio Innovazione, un inserto mensile in cui si parla di tecnologia e progresso. Ha una passione per la Cina e vorrebbe imparare il mandarino.